Estratto da corriere.it
Non ci furono morti e feriti. Nessuno si fece male: quando esplose il primo ordigno davanti alla scuola allievi carabinieri di Fossano i militari non percepirono il pericolo e non uscirono dalla caserma. E quando deflagrò la seconda bomba, nessuno era in strada: gli unici danni furono ai cassonetti dell'immondizia. Ed è per questo motivo che l'attentato anarchico del 6 giugno 2006, pur valendo un’accusa di «strage politica», non vale un «fine pena mai».
Ad offrire questa chiave di lettura è la Corte d'assise d'appello, presieduta da Alessandra Bassi, che ha inflitto ad Alfredo Cospito, l'anarchico insurrezionalista sottoposto al regime di 41 bis nel carcere di Sassari, una pena di 23 anni (la Procura generale aveva chiesto l’ergastolo).
Mentre ad Anna Beniamino, ex compagna del 56enne insurrezionalista, è stata inflitta una pena di 17 anni e 9 mesi (per lei erano stati chiesti 27 anni e un mese). A entrambi è stata riconosciuta l’attenuante della lieve entità.