gli usa inviano armi in ucraina
Andrea Marinelli,Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Gli alleati occidentali hanno inviato in Ucraina oltre 10 miliardi di euro in aiuti militari dall'inizio del conflitto. Ora temono però che gruppi criminali possano fare uscire le armi dal Paese e venderle di contrabbando sul mercato nero europeo: per questo chiedono a Kiev di un sistema di tracciamento o di fornire un inventario delle armi arrivate sul campo di battaglia.
gli usa inviano armi in ucraina
«Quando cesserà il fuoco, arriveranno le armi illegali», aveva avvertito a giugno Jürgen Stock, il capo dell'Interpol. Anche l'Europol, che coordina la lotta internazionale alle organizzazioni criminali, ha confermato la minaccia. «All'inizio i funzionari ucraini mantenevano un registro delle armi fornite ai civili, ma con il proseguo della guerra sono state distribuite senza mantenere un archivio», ha spiegato l'agenzia in una nota ai governi.
gli usa inviano armi in ucraina
Ora Kiev ha accettato di realizzare un sistema di tracciamento con l'aiuto degli alleati occidentali, per mantenere una visuale delle spedizioni: il controllo sarà affidato all'Eu Support Hub, appena lanciato in Moldavia perché - ha spiegato il capo ad interim di Frontex Aija Kalnaja - «è qui che si concentra il contrabbando». Al momento, i pallet con le armi atterrano in Polonia e vengono trasferiti al confine ucraino, dove sono suddivisi in «pacchetti» più piccoli per attraversare la frontiera e raggiungere la destinazione finale a bordo di camion, furgoni e persino auto private.
«Da lì in poi abbiamo un vuoto», ha spiegato una fonte europea al Financial Times . La possibilità che le spedizioni finiscano nelle mani sbagliate non va esclusa. Secondo il consigliere della Difesa ucraina Yuriy Sak, però, ogni movimento delle armi all'interno o all'esterno del Paese è monitorato con attenzione da Kiev e dagli alleati. «Che l'Ucraina sia diventata un hub del contrabbando di armi non corrisponde alla realtà», afferma Sak, per il quale chi lo sostiene «potrebbe essere parte della guerra d'informazione russa per scoraggiare i partner internazionali».