Lilina Golia per il "Corriere della Sera"
Tormentata per mesi con messaggi di minacce, intimidazioni e scritte sui muri. Ma Elena Casanova non aveva mai pensato di sporgere denuncia nei confronti del suo ex compagno. Non pensava che lui l'avrebbe ammazzata per strada a Castegnato, nel Bresciano.
Invece, forse, per Ezio Galesi, operaio cinquantanovenne con il quale aveva avuto una relazione fino a un anno fa, era diventato un chiodo fisso, vendicarsi perché lei aveva interrotto la loro storia.
«In quel momento volevo ucciderla», ha dichiarato nel breve interrogatorio reso al pm, Carlo Pappalardo, subito dopo essere stato arrestato dai carabinieri. «Perché tanta violenza? Perché c'erano dei sentimenti. Anzi, no, ritratto tutto. Non voglio rispondere a questa domanda. È stato un raptus».
Meno di mezz'ora per dare spiegazioni sommarie e controverse. Mercoledì sera, intorno all'ora di cena, ha scatenato la sua furia contro Elena Casanova, operaia di 49 anni, massacrata a martellate. L'ha sorpresa per strada mentre rincasava in auto. L'ha prima insultata, poi ha infranto il finestrino con il martello, l'ha trascinata fuori dall'abitacolo e ha preso a colpirla alla testa.
Lei ha fatto solo in tempo a chiedergli «perché?». Le urla dalla strada hanno fatto irruzione nelle case lì intorno. «L'ho uccisa, chiama i carabinieri» ha detto Ezio Galesi a chi si era precipitato in strada per cercare di salvare Elena. «Ho fatto quello che dovevo fare», poi si è acceso una sigaretta.
La tragedia nella tragedia si consuma quando in via Fiorita si trovano a passare la figlia diciassettenne della donna e l'ex marito che rincasavano con le pizze. L'uomo vede Galesi a braccia conserte davanti a un corpo a terra. Intuisce il dramma e, per proteggere la ragazza, cambia strada e la porta via. «Papà, hanno ucciso Elena» urla un ragazzo dalla strada, «ma che scherzo è questo?», risponde una voce dalla finestra.
«L'ho colpita più volte alla testa», ha raccontato Galesi qualche ora dopo al pm al quale ha confessato anche di aver bucato le gomme dell'auto della donna. Ma non ha parlato di quelle scritte, che in molti hanno attribuito a lui, comparse sui muri vicino a casa di Elena.
«Goditela mille euro», frase che farebbe riferimento a un presunto debito della donna nei confronti di Galesi che aveva svolto alcuni lavori di giardinaggio. Debito che, forse, era stato saldato in parte e che, forse, è stato solo il pretesto per perseguitarla e punirla per averlo lasciato.
Ieri mattina a Castegnato era come se quelle martellate feroci avessero colpito l'intera comunità. «Siamo disorientati - dice il sindaco, Gianluca Cominassi - lui abitava vicino al comune e lo incrociavo sempre. Ogni tanto dava una mano per le feste in paese. Aveva avuto anche una militanza politica con i 5 Stelle. Lei aveva fatto parte della Protezione Civile ed era impegnata con gruppi ambientalisti. Ora dobbiamo trovare il modo più adatto per sostenere i familiari di Elena e l'intera comunità». Intanto in via Fiorita, sul marciapiede dove è stata uccisa Elena, in tanti lasciano dei fiori e si fanno il segno della croce.