Niccolò Zancan per "La Stampa.it"
QUINDICENNI DI UDINE QUINDICENNI DI UDINE FOTO DA FACEBOOKNon credono alle ragazzine. Non ci sarebbe stata violenza sessuale. Quindi neppure una reazione al tentato stupro. Per la procura è stato omicidio volontario aggravato. Di più: hanno ammazzato il pensionato Mirco Sacher per rubargli dei soldi. Per furto.
Come si legge nel capo B della richiesta di convalida del fermo, su cui oggi il gip del Tribunale dei minori di Trieste dovrà pronunciarsi: «Perché in concorso fra loro, al fine di trarne profitto per sé o per altri, si impossessavano dell'autovettura Fiat Punto targata BM876RP di proprietà di fu Mirco Sacher... Nonché della tessera bancomat-carta di credito... sottraendola a quest'ultimo e conservandola nel portafoglio».
Due ladre molto violente. E se non fosse stato omicidio volontario, sostiene la procura, allora si tratterebbe di un omicidio preterintenzionale. Una violenza sfuggita al controllo. Questa è la scena descritta dagli investigatori: «Gli saltano entrambe addosso. L'una sul torace, l'altro sull'addome, afferrandolo per le mani e per il collo, sino a provocarne il decesso». Non concedono attenuanti.
I primi risultati dell'autopsia sembrerebbero confermare la prima ricostruzione. Non c'è lesione della cartilagine della carotide, frattura al collo. Ma in compenso l'ex ferroviere Mirco Sacher è morto con le costole spaccate. Come e perché esattamente - e con quale nesso casuale - verrà chiarito entro sessanta giorni dai periti.
Ma intanto c'è la conferma di una colluttazione. Prolungata e violenta. Fra l'asfalto e il prato, dove il pensionato è stato ritrovato cadavere domenica pomeriggio. La procura non sembra credere alla ricostruzione delle due ragazzine: «Abbiamo reagito perché voleva violentarci». Il movente sfugge. È ancora presto per trarre delle conclusioni.
Chi sono davvero le due amiche che hanno confessato l'omicidio di Mirco Sacher? «Sono state descritte quasi come due femmes fatales. Ma non è così. Stiamo parlando di due bambine. Quella che difendiamo noi, oggi ha chiesto la fotografia di sua madre, è sconvolta, non riesce a realizzare quello che è accaduto. Sembra addirittura più piccola e immatura della sua età».
Così gli avvocati Federica Tosel e Luigi Francesco Rossi. Alle prese con una storia delicatissima, che si giocherà con una battaglia di perizie e controperizie. E intanto iniziano a saltare fuori anche i peggiori prototipi da scena dei delitti italiani.
Come i due ragazzi Sonny e Walter, che alla dodicesima intervista, aggiungono sempre nuovi particolari e promettono scoop in esclusiva alla prossima televisione. Loro hanno incrociato le due ragazzine alla stazione di Mestre. Era domenica sera. Si conoscevano di vista. Hanno pagato il biglietto del treno per loro. Si sono fatti raccontare quella fuga pazzesca e strampalata senza patente. Fino a convincerle a presentarsi dai carabinieri.
udine omicidio tentato stuproEbbene, le ragazzine avrebbero raccontato il viaggio in questi termini: «Sembrava di essere in GTA, il videogame. Ci siamo sentite come l'eroe del gioco». La testimonianza è stata raccolta dall'emittente Tv7 Triveneta. Oggettivamente è impressionante: «Le abbiamo viste alla stazione di Mestre. Erano calme, sole, tranquille e senza soldi. Quasi ridendo, e comunque non tradendo nessuna emozione, ci hanno raccontato di aver ucciso un uomo, messo in moto la sua auto e di essere fuggite a 150 all'ora in autostrada». E la violenza sessuale? «Nel viaggio in treno non ne hanno mai parlato».