Raybel Jacobo de Almonte, detto El Tequilero. Facile immaginare da dove derivasse il suo soprannome: la passione smodata per la bevanda. Il fianco debole di un uomo feroce. A partire dal 2013 ha iniziato a lasciare il segno, con estorsioni, rapimenti, attacchi nella Terra Caliente, regione messicana teatro di faide. Ha creato il suo gruppo, si è diviso dalla «casa madre», il cartello la Familia Michoacana, ed è sceso sul «sentiero di guerra». Ha proseguito così fino alla sua morte violenta, avvenuta - raccontano - nel febbraio del 2018 durante uno scontro a fuoco.
Epilogo, però, non definitivo in quanto sono circolate notizie contrastanti sulla sua scomparsa. La caduta (presunta) del piccolo boss non ha fermato le scorrerie e i suoi sicari hanno continuato le azioni. Una ripetizione di quanto accade in decine di regioni messicane. L'ultimo colpo poche ore fa quando un commando dei Los Tequileros ha lanciato l'assalto alla cittadina di San Miguel Totolapan. Un'incursione anticipata da messaggi dove annunciavano il loro «ritorno» in grande stile, una promessa minacciosa mantenuta alla lettera.
Seguendo un modus operandi da narco-guerriglieri i banditi hanno bloccato le vie d'accesso per poi dedicarsi all'eliminazione dei loro bersagli. Sotto il fuoco sono caduti il sindaco Conrado Almeda, il padre e diversi poliziotti che hanno tentato di resistere. Il bilancio parla di almeno 20 morti e altrettanti feriti.
La maggior parte sono stati trucidati all'interno del municipio, sulla cui facciata sono rimasti gli sfregi delle pallottole. Ventimila abitanti, la cittadina è situata in un'area tra le più pericolose del Paese. C'è una presenza massiccia di laboratori di droga sintetica, agiscono gruppi di gangster in lotta tra loro, è un quadrante dove fa sentire il suo peso anche il cartello Jalisco Nueva Generacion.
Ormai questa è la «normale amministrazione» con uno Stato sopraffatto dal potere reale, fatto di prove di forza, omicidi, imposizioni a chi fa politica o cerca giustizia. Lo rivelano altri due episodi avvenuti quasi nelle stesse ore. L'assassinio di una madre che cercava la figlia scomparsa e quello di una parlamentare locale a Cuernavaca. Gabriela Marin, deputata di 37 anni, mamma di una bimba, è stata sorpresa da una coppia di killer davanti a una farmacia. La polizia non esclude che l'agguato sia legato alla professione della donna.
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