Estratto dell'articolo di Tiziana Panettieri per “il Messaggero”
[…] Matthew Perry, il Chandler Bing di "Friends", trovato morto ieri mattina a 54 anni nella jacuzzi della sua casa a Los Angeles, è l'ultimo di un elenco di attori dalla doppia vita, di cui una stroncata prematuramente, e l'altra che prosegue ancora nell'immaginario collettivo.
A cavallo tra gli Anni '80 e '90 Jonathan Brandis era un astro nascente della tv e del cinema. Furono numerose le sue partecipazioni a serie dell'epoca come La signora in giallo e la sitcom Gli amici di papà, ma il suo volto è rimasto quello del balbuziente Bill Denbrough della miniserie It del 1990 tratta dal romanzo di Stephen King. Dopo questo ruolo, più nulla di rilevante. Il declino della sua carriera lo portò alla depressione e al suicidio nel 2003 a soli 27 anni.
Invece di anni non ne aveva neanche 20 Sawyer Sweeten, Geoffrey della sitcom "Tutti amano Raymond". Nel 2015 la babystar, che recitava nella serie in coppia con il fratello gemello Sullivan, si sparò un colpo alla testa nella veranda della casa dei suoi genitori in Texas.
Una tragedia che non ha ancora trovato una spiegazione tale da scrivere una degna per quanto triste parola fine riguarda la morte di Johnny Lewis. Attore noto per i ruoli di Kip Epps in Sons of Anarchy e Dennis in The O.C, fu coinvolto in un incidente in moto nel 2011. Dai primi esami non emersero conseguenze, tuttavia cominciò a mostrare comportamenti illogici, bizzarri, diventò violento e incapace di prendere decisioni. I medici attribuirono questi sintomi all'abuso di droghe, ma i test non rivelarono mai nulla. Dopo tre arresti, nel 2012 il suo corpo esanime fu trovato nella sua abitazione fuori Los Angeles e la sua morte classificata come accidentale. Ancora oggi il motivo del suo cambiamento non ha trovato risposta soddisfacente.
Maledizioni vere e proprie invece si sono abbattute su "Il mio amico Arnold" e "Glee". La prima, sitcom di grande fama negli Anni 80, vide molti membri del cast colpiti da grande sfortuna, ma il caso più eclatante è quello di Dana Plato, interprete di Kimberly, con cui il destino si accanì anche dopo la scomparsa. L'attrice morì per un'overdose a soli 35 anni dopo essere stata anche dipendente dall'alcol, mentre nel 2010 suo figlio, allora 21enne, si uccise credendosi la causa di tutti i mali della madre.
Il caso di "Glee" è ancora una ferita aperta per il mondo dello spettacolo. Tre morti violente e tutte nel giro di pochi anni, a partire da Mark Salling, nella serie Noah Puckerman, che nel 2013 si impiccò a 35 anni un mese prima di ricevere la sentenza per l'accusa di possesso di materiale pedopornografico. Il 13 luglio 2013 toccò a Cory Monteith (Finn Hudson, uno dei protagonisti) morto a 31 anni per un mix letale di eroina e alcol da cui era dipendente sin dall'adolescenza. Una maledizione resa ancora più macabra dal ritrovamento del corpo di Naya Rivera lo stesso giorno, ma nel 2020. L'attrice, che vestiva i panni di Santana Lopez, aveva 33 anni e fu dichiarata persona scomparsa l'8 luglio.
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