Cristina Nadotti per “la Repubblica”
ROMA - IN MONOPATTINO SULLA TANGENZIALE
La luna di miele con i monopattini è finita. Dopo una prima infatuazione, il mezzo ideale per coprire "l' ultimo miglio" e rivoluzionare la mobilità ha mostrato i suoi difetti. Così, le città, grandi e piccole, dopo essersi affrettate a fare contratti con le società per il noleggio ora chiedono una stretta sulle regole. Con un numero sempre maggiore di monopattini in circolazione (solo nei primi sette mesi del 2020 se ne sono venduti il 36% in più), gli amministratori locali si sono resi conto dei problemi: quelli noleggiati spesso sono abbandonati a caso e chi li usa non rispetta il codice della strada.
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha detto che lavora «per rendere obbligatorio il casco sul monopattino a tutti, come lo è già tra i 14 e i 18 anni» e che sono in arrivo «sanzioni dure» per chi non segue le regole e posteggia a casaccio. Ferrara ha stabilito il limite massimo di sei km orari nelle aree pedonali e 25 sulla carreggiata stradale; l' obbligo di luci e giubbotti retroriflettenti e il divieto di trasporto di altre persone, oggetti o animali. Torino ha annunciato una targhetta identificativa sui monopattini in sharing per responsabilizzare i clienti e sanzioni per la circolazione e il divieto di sosta sui marciapiedi.
Ieri l' Emilia Romagna, nel ribadire che mancano «regole chiare sull' uso in sicurezza » ha parlato di «strategia ad hoc». Pisa ha creato 80 postazioni dedicate alla sosta per i monopattini, perché il problema dei mezzi lasciati ovunque è il più evidente e pressante.
Per questo Milano rimuove tutti i mezzi - privati o in sharing - che intralciano il passaggio. «I monopattini sono una risorsa importante per la mobilità sostenibile - dice l' assessore alla mobilità Marco Granelli - ma la strada non è una pista di go-kart e chi la percorre deve rispettare le regole. A Milano siamo rigorosi in tema di rispetto della velocità e della sosta, i controlli sono frequenti e questo ha portato per esempio all' esclusione di tre società di sharing».
Le società rispondono: «Siamo in prima linea contro il parcheggio scorretto - dice la general manager della svedese Voi Technology, Magdalena Krenek - e imputeremo costi aggiuntivi e l' inibizione al servizio dopo 3 casi di inadempienza delle regole, compreso il parcheggio in zone non autorizzate».
Perché, alla fine, la responsabilità passa agli utenti e alla loro conoscenza e osservanza del codice della strada
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