Alessandra Nanni per www.ilrestodelcarlino.it
Cena e cocaina. Così, secondo gli investigatori, la ‘mandavano’ gli abitué del Vichy Cristina di Borgo Marina, ribattezzato il ‘ristorante dei vip’. Vip, a quanto hanno ricostruito gli agenti della Polizia Municipale, coordinati dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, che consumavano ogni volta un rito ormai consolidato. I signori arrivavano con sventole di ragazze o le rimorchiavano al momento, quindi offrivano la cena alle signore e in alcune occasioni, tante dicono, il dessert era fatto di coca.
Gli inquirenti non hanno documentato spaccio all’interno del locale, erano gli stessi clienti, raccontano, ad offrirla ad amici e amiche. Se la serata si concludesse o meno altrove con le giovani donne in questione, questo non è dato di sapere e non è oggetto di reato. Uno dei dispensatori di ‘neve’ più generoso pare sia stato un imprenditore di Riccione, ma la maggior parte dei clienti abituali del Vicky arrivavano comunque della provincia, incluse le ragazze che passavano la serata a tavola, per poi trasferirsi nell’anti bagno a sniffare la coca gentilmente allungata dai cavalieri.
Niente che non sia già stato visto e stravisto. Non è certo la prima volta che si scopre che certe notti riminesi si consumano a suon di sballo e belle donne. E i cui protagonisti te li ritrovi il giorno dopo in doppiopetto e Rolex al polso che disquisiscono su questo e quello. Stavolta però era partito un esposto, presentato alla fine del 2017, da un gruppo di residenti che lamentavano la baraonda che fuoriusciva dal locale e che nelle ore notturne dava sui nervi a un sacco di gente. La Polizia municipale c’era andata a fare un salto nel marzo scorso, un controllo di natura amministrativa che si era conclusa con una multa, regolarmente pagata.
Ma che contemporaneamente aveva dato l’avvio a un’indagine di tutt’altra natura, dopo che qualcuno aveva ‘soffiato’ alle forze dell’ordine che l’allegria che debordava ogni notte dal Vicky, era dovuta non tanto alla musica e al buon cibo, quanto alla cocaina che scorreva a fiumi. A quel punto gli investigatori avevano installato telecamere nascoste, e dato il via all’Operazione Whitesnow che ha immortalato quasi un centinaio di passaggi di coca e di giovani pitonate che ne prendevano a volontà. L’inchiesta si è chiusa tre giorni fa con una ventina di indagati (unico arrestato un albanese), cinque ordinanza di presentazione alla polizia giudiziaria, e la denuncia di madre e figlia che gestivano il locale, difese da Marco Ditroia e Paolo Righi, accusate di agevolazione all’uso di sostanze stupefacenti.
Quanto al locale, il Vicky è chiuso dalla primavera scorsa, ma se l’intenzione è quello di riaprirlo per la stagione invernale, dovranno fare i conti con la possibilità di una chiusura dettata dall’articolo 100 del Tulp che su richiesta del gip, Vinicio Cantarini, il questore di Rimini potrebbe firmare senza pensarci due volte.