Fabrizio Boschi per “il Giornale”
«Vi chiedo perdono, sono indagato, non posso parlare». Tiziano Renzi, apparentemente dimagrito, pullover grigio e camicia celeste, alle 15 del pomeriggio è in salotto con la moglie Laura, vicino al pianoforte nero a coda, sul quale si esercita quando è sereno, per poi suonare a messa. Per questo, da un po' di tempo, quel pianoforte è silente. Come lui, che a mala pesa spiccica una parola, al di là della porta a vetri di ingresso, senza nemmeno aprirla e spegnendo le luci prima di avvicinarsi all' uscio.
«Come sto? Ma di salute intende? allarga le braccia -. M' è venuta la tachicardia!». La battuta pronta non l' ha persa, anche in questo delicato momento della sua vita.
Il giorno dopo l' interrogatorio di quattro ore che lo ha visto impegnato a Roma davanti a due pm, il babbo dell' ex premier cerca di mantenere, malgrado tutto, il buon umore e risponde garbatamente.
Alle 9 in punto della mattina, come quasi ogni giorno, è a prendere il caffè nel solito bar dall' amico e quasi parente, Roberto Feroci, che ha la pasticceria in piazza XXV Aprile, proprio di fianco alla sede del Pd di Rignano sull' Arno, dove Tiziano è ancora segretario. Scambia quattro chiacchiere coi soliti compagni che gli chiedono come fosse andata la giornata nella capitale.
«Pare tranquillo e sereno, ha detto quello che sapeva». Poi compra i soliti biscottini occhio di bue, con la marmellata al centro, che piacciono tanto a Matteo. A pranzo, infatti, c'è il figlio, insieme alla moglie e ai nipotini. La Tiguan nera di Agnese è parcheggiata sulla viuzza davanti alla casa, in località Poggio di Torri. Tutti insieme, in un sabato che proprio qualunque non è, ma nel quale forse c'è bisogno di sentirsi di nuovo una famiglia unita.
Qualche maligno, infatti, sostiene che Matteo non parlasse con papà Tiziano da settimane. Il disgelo, probabilmente ieri è avvenuto, davanti a un bicchiere di vino rosso.
In paese l' umore della gente ha lo stesso colore del cielo plumbeo. Anche alla Casa del popolo dove nessuno ha voglia di parlare di questa storia. «Ma che ce ne frega a noi dei Renzi!», sbotta un anziano mentre schiaccia sul tavolo una scopa. L' unico squarcio di luce in tutto questo grigio, sono tre scout che sotto una pioggia battente passano davanti al circolo Arci. «Questa, in un certo senso, è la capitale dello scoutismo, no?».
Il resto del centro è semideserto. Il sindaco Pd, Daniele Lorenzini, sentito venerdì sera a Firenze dal pm napoletano Henry John Woodcock come persona informata sui fatti, è di cattivo umore più del solito: «Non dico più niente!», sferza chi va a suonargli a casa. In questo sabato del villaggio rignanese, infatti, più che Tiziano Renzi, la nuova notizia è proprio questa.
renzi con il padre tiziano indagato
Sia il primo cittadino, sia Roberto Bargilli, assessore ai Lavori pubblici (detto Billy, famoso per essere stato l' autista del camper di Renzi nella campagna «Adesso!» alle primarie perse contro Bersani), sarebbero stati intercettati per le vicende Consip. Anche Bargilli, vecchio amico di Renzi senior, eletto con lui consigliere comunale ai tempi del Ppi, dovrà essere sentito dai pm come persona informata sui fatti, per una presunta telefonata a Romeo nel dicembre scorso nella quale avrebbe messo in allerta l' imprenditore napoletano: «Non chiamare più Tiziano al telefono e non mandargli sms».
Una serie di scosse telluriche, insomma, che fanno tremare, e non poco, pure il Pd locale. Da una parte il sindaco Lorenzini che dice di essersi «rotto i co... ni di questo partito» e di volersi ricandidare a giugno con una lista indipendente. Dall'altra, l'attuale segretario, Tiziano Renzi, indagato per «traffico di influenze».
Domani alle 21,15 l' assemblea nella sede di piazza XXV Aprile si preannuncia infuocata e c' è chi ipotizza che Tiziano possa dimettersi dall' incarico (per la seconda volta in due anni) ripreso nell' agosto 2016. Nel 2014, infatti, aveva lasciato a causa dell' avviso di garanzia ricevuto a seguito del fallimento della sua azienda, caso poi archiviato. Ma oggi i fantasmi del passato sono tragicamente riapparsi.