Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Alla dodicesima settimana del processo, dopo tante testimonianze di investitori, case farmaceutiche e perfino militari che la accusano, dopo che i suoi avvocati hanno tentato, senza grandi risultati, anche la strada dell'ammissione di comportamenti sbagliati (cioè criminali) attribuendoli alle violenze psicologiche e anche fisiche subite dal suo ex amante e socio in affari Ramesh Balwani (il Corriere ne ha scritto a ottobre), Elizabeth Holmes esce allo scoperto: venerdì ha cominciato a testimoniare nel procedimento che la vede accusata di truffa con la sua società Theranos, accreditata della capacità di effettuare sofisticatissime analisi del sangue con una sola goccia, usando tecnologie informatiche.
Raramente in processi di questo tipo gli imputati testimoniano: troppo forte il rischio di autoaccusarsi, in modo particolare quando l'accusa fatica a provare l'esistenza di un reato. Qui, però, Elizabeth rischia poco, visto che le testimonianze rese finora confermano che lei ha costruito la straordinaria fama della sua società - la capacità di rivoluzionare i test clinici rendendoli incruenti, poco costosi, realizzabili ovunque - su una serie di menzogne grazie alle quali ha avuto un trattamento molto positivo dalla stampa e ha ottenuto quasi un miliardo di finanziamenti dagli investitori.
La Holmes che, grazie alle amicizie del padre, ex alto funzionario, era riuscita a far entrare nel consiglio d'amministrazione della sua società personaggi come Henry Kissinger, George Schultz e il generale James Mattis, e che aveva convinto perfino una vecchia volpe come l'editore Rupert Murdoch a investire 125 milioni di dollari in Theranos, si era guadagnata ampio credito sostenendo che la sua tecnologia rivoluzionaria era stata approvata da case farmaceutiche come Pfizer e Schering Plough e che le sue prodigiose macchinette che analizzavano il sangue in un baleno le aveva volute anche il Pentagono: usate nei campi di battaglia, anche in Afghanistan, spesso montate sugli elicotteri.
elizabeth holmes, fondatrice di theranos
Tante storie che avevano convinto la stampa a dipingerla come un giovane genio della Silicon Valley, la versione femminile di Steve Jobs. E gli investitori, fiutando l'affare, si erano tuffati. Tutte le circostanze allora vantate dalla Holmes (che oggi ha 37 anni) si sono rivelate false, ma i suoi avvocati hanno continuato a sostenere che i giornalisti hanno montato l'affare Theranos perché la fantastica storia della Holmes faceva vendere (negli anni d'oro, 2014-14, prima dell'incriminazione per truffa - 2018 - era in copertina ovunque), mentre gli investitori sapevano che stavano scommettendo su una start up che poteva anche non avere successo.
La Holmes, che rischia venti anni di carcere, ha cominciato a raccontare la sua storia venerdì e continuerà cercando di convincere la giuria di aver fatto scelte azzardate, magari distorcendo la realtà dei fatti, non per truffare, ma convinta che il suo metodo stava per funzionare, era davvero innovativo. Trascinata dallo spirito della Silicon Valley, ha sbagliato per accesso di entusiasmo. Chi le crederà?
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