matteo renzi francesco bonifazi
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
I 150 mila euro versati dal costruttore Luca Parnasi nelle casse della Fondazione «Eyu», presieduta dal tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, erano in realtà destinati al partito. Ma non sono stati iscritti correttamente nei bilanci e per questo Bonifazi è indagato per finanziamento illecito.
L'inchiesta sui rapporti dell' imprenditore che doveva costruire lo stadio della Roma ed è tuttora agli arresti domiciliari per corruzione, arriva dunque a una nuova svolta. E si concentra sui soldi che Parnasi ha ammesso di aver versato ai politici nazionali. Il Pd, ma anche la Lega, attraverso la Fondazione «Più Voci». In questo caso ci sono stati rapporti diretti con il tesoriere Giulio Centemero e sono in corso le verifiche perché ufficialmente si trattava di soldi destinati alla pubblicità e invece lo stesso Parnasi ha ammesso che erano destinati al Carroccio.
Agli atti dell' inchiesta condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma ci sono numerose conversazioni tra Bonifazi e Parnasi. Ieri mattina il costruttore è stato interrogato per un colloquio che era stato captato grazie a un «Trojan» inserito nel suo cellulare che l' ha così trasformato in microspia. I magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo volevano avere dettagli sull' identità degli interlocutori.
Parnasi - difeso dagli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini - ha confermato che all' incontro avevano partecipato Bonifazi e Domenico Petrolo, responsabile del fundraising di «Eyu». Ma poi ha chiarito che la conversazione - nella quale sarebbe stato appunto affrontato il problema relativo al finanziamento in vista delle elezioni del 4 marzo - si è svolta negli uffici del tesoriere del Pd, che è anche deputato, a Sant' Andrea delle Fratte, luogo coperto dall' immunità parlamentare visto che è una sede distaccata della Camera. E questo pone dubbi sulla possibilità di utilizzare l'intercettazione.
Ma evidentemente non cambia la sostanza, anche perché tra le conversazioni captate ce ne sono diverse tra il commercialista di Parnasi e Petrolo che si accordano sulle modalità di versamento dei 150 mila euro e sulla causale che evidentemente non corrisponde a quella reale. Riguardo a una telefonata del 27 febbraio i carabinieri annotano che «Petrolo sollecita il pagamento, affermando che ciò li aiuterebbe molto, trattandosi degli ultimi giorni. Evidente è il riferimento alle vicine elezioni del 4 marzo 2018 ed alla campagna elettorale in corso».