LA MORTE DI NIAM MAGUETTE - RIVOLTA DEGLI AMBULANTI
Federico Capurso per “la Stampa”
Esplode la rabbia della comunità senegalese di Roma per la morte di Niam Maguette, un ambulante di 53 anni che ieri, poco dopo le 13, è stato colto da un malore mentre stava fuggendo dalla polizia municipale di Roma, impegnata in un blitz anti abusivismo.
L'uomo vendeva borse contraffatte nella zona di Trastevere e alla vista dei vigili, secondo una prima ricostruzione, sarebbe corso via per nascondere la propria merce. Durante la fuga, colto da un infarto, sarebbe caduto a terra accasciandosi a pochi passi dalla Sinagoga.
LA MORTE DI NIAM MAGUETTE - RIVOLTA DEGLI AMBULANTI
La notizia della morte di Niam viaggia rapidamente sulla chat di Whastapp con cui comunicano tra di loro molti ragazzi del Senegal, scatenando una protesta furiosa contro le forze dell' ordine. Le voci che si rincorrono in chat vedrebbero il coinvolgimento diretto della polizia nella morte del loro connazionale, «colpito» dicono alcuni, «investito», sostengono altri. Illazioni immediatamente smentite dalla polizia e da Stefano Sgarbossa, testimone oculare della morte del ragazzo senegalese, che si dice «sicuro che nessuno lo stesse inseguendo».
«È successo proprio davanti alla vetrina del nostro negozio - racconta Sgarbossa - L'abbiamo visto camminare velocemente, aveva in mano un sacco di plastica nero, come quello utilizzato per la spazzatura, e si è accasciato con le mani sul volto». Tanto che la procura di Roma ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati, di cui è stato incaricato il pm Francesco Marinaro.
Una trentina di ragazzi del Senegal però, sull' onda emotiva sollevata dalle voci che circolano in chat, si riversa sul Lungotevere. Mentre il corpo di Niam viene portato via dal 118, l' agitazione cresce impetuosa per quella che viene definita dai ragazzi accorsi sul posto «l'ennesima morte». Si stendono a terra, la strada viene bloccata al traffico. Quando arrivano i blindati della polizia con gli agenti in tenuta antisommossa, la protesta si placa pacificamente, ma non la frustrazione per «una situazione impossibile».
LA MORTE DI NIAM MAGUETTE - RIVOLTA DEGLI AMBULANTI
«I vigili ci inseguono sempre in borghese con i motorini - racconta Jackson, uno dei ragazzi scesi in strada - non si può morire così per portare qualche soldo a casa. Non abbiamo lavoro e ci resta solo questo». «Chiederemo all' ambasciata di poter organizzare una manifestazione in piazza», aggiunge Diop. Il ragazzo di 34 anni, anche lui senegalese, conosceva Niam: «Aveva una moglie in Senegal e due figlie erano venute con lui in Italia. Viveva da vent' anni a Roma, in zona Prenestina, e non aveva mai dato problemi».
Contraltare alla rabbia dei senegalesi, è l'esasperazione dei romani che a Trastevere vivono e lavorano nel degrado. «Abito qui dal 1984» dice Graziana mentre sulla porta della sua profumeria, in una delle vie più trafficate dagli abusivi, ricorda di come «il quartiere, fino agli anni Novanta, fosse un gioiello». «Ora invece sembra un suq, un mercato arabo. Certe volte, per quanti banchetti di ambulanti ci sono, non riconosco nemmeno il portone di casa mia».
LA MORTE DI NIAM MAGUETTE - RIVOLTA DEGLI AMBULANTI
E come lei anche Cinzia, che gestisce un bar proprio di fronte alle bancarelle e ai teli su cui vengono venduti occhiali e borse contraffatte, racconta di non poterne più. «Non è solo il degrado. Qui ogni sera nordafricani e sudamericani litigano, scoppiano risse tra fazioni per contendersi un pezzo di marciapiede».
I blitz dei vigili, come quello nel quale è morto l'ambulante senegalese, sono una soluzione che per commercianti e abitanti del quartiere non funziona. «La polizia passa quattro volte al mese, li fa fuggire e un'ora dopo sono tutti di nuovo al loro posto. A che serve?», si chiede Alessandro, che a Trastevere è nato e cresciuto. «Dalle sei di sera, poi regna l'anarchia completa, tra ambulanti, spaccio, senzatetto e alcolizzati. Almeno - aggiunge - tanti anni fa, di ambulanti non ne avevamo».