A. Mar. per “il Messaggero”
Si fingevano sordomuti appartenenti a una associazione benefica, mostrando tanto di depliant con simboli taroccati e per rendersi ancora più credibili agli occhi delle potenziali vittime della truffa, soprattutto anziani, gesticolavano scimmiottando una fantomatica lingua dei segni. Ma i cinque romeni di etnia rom, specialisti della truffa dei finti sordomuti, sono stati smascherati e fermati per l'ennesima volta, in questo caso dagli agenti del commissariato Esposizione che, venerdì mattina, dopo alcune segnalazioni, si erano messi sulle loro tracce.
I poliziotti in borghese, innanzitutto, hanno intercettato nella zona l'auto con i cinque a bordo.
Quindi, li hanno seguiti fino nei pressi del centro commerciale I Granai in via Rigamonti e sono rimasti a osservarli mentre, nei pressi dell'ingresso, agganciavo le prede. Prima i gesti a mimare la richiesta di una firma su un foglio e di una donazione nel salvadanaio appositamente camuffato coi simboli della associazione, poi il ringraziamento alle vittime, certe di avere fatto una buona azione.
Ma il gruppetto di balordi non è andato lontano. Risaliti in auto, questa volta, sono stati fermati. I poliziotti hanno anche perquisito la loro vettura trovando occultati nelle portiere e nella calotta del cambio circa novecento euro in contanti, frutto dei raggiri della mattinata. La gang potrebbe fare parte di una banda composta da più elementi che, con lo stesso stratagemma, imperversa dal Nord al Sud dell'Italia, collezionando denunce e Daspo che non hanno - almeno per ora - altro effetto che spostare le loro incursioni di zona in zona.
I PRECEDENTI
Tre trentenni erano già finiti nel mirino delle forze dell'ordine a Sacile, nel Friuli Venezia Giulia: fingendosi sordomuti, a gesti e con cartelline informative in mano, chiedevano soldi per fantomatiche associazioni benefiche ai clienti fuori dai supermercati. Ma i finti non udenti sono stati avvistati anche a Venezia, Ancona, Milano, Torino e Terni. Qui, però, alla banda aveva detto davvero male.
A smascherarla, infatti, ci ha pensato una coppia di sordomuti veri che si sono subito resi conto che quei gesti mimati dai rom non erano altro che una terribile e irriverente presa in giro e che con la Lis non c'entravano niente. In quell'occasione vennero sequestrati circa 15mila euro. Per chi ha bisogno di aiuti realmente, questa truffa è una beffa enorme, poiché una simile condotta ingenera il dubbio che dietro ad associazioni vere autorizzate a chiedere denaro vi possano essere degli impostori.
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