Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori e Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
Concerti cancellati, serate annullate, articoli rimossi. In un disprezzo indistinto verso israeliani (pro o contro il governo Netanyahu non importa), sionisti ed ebrei, negli Stati Uniti e in Europa si fa largo dopo il 7 ottobre quel filone della cancel culture che contesta ciò che ha a che fare con l’identità ebraica o Israele, sentiti come parte di un unico problema.
È un fenomeno che non ha atteso la risposta israeliana e l’invasione di Gaza, ma è cominciato nelle ore immediatamente successive al massacro compiuto dai terroristi di Hamas il 7 ottobre 2023. Le scelte del premier Netanyahu, i bombardamenti e le decine di migliaia di vittime civili hanno aggravato la situazione tanto che Israele sta diventando «radioattiva» e la diaspora ebraica nel mondo sempre più insicura, scrive sul New York Times Thomas Friedman.
A vincere la battaglia nei cuori e nelle menti di europei e americani rischia di essere la sensibilità alla Roger Waters, la rockstar inglese ex Pink Floyd protagonista del movimento Bds (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) contro Israele, e anche autore di vecchi commenti antisemiti contro il manager «fottuto ebreo» o il pessimo cibo «da ebrei» vegetariano.
Canzoni cambiate
studente ebreo aggredito durante protesta pro palestina a harvard 4
Dopo le minacce di esclusione dal concorso Eurovision in maggio a Malmö, la cantante israeliana Eden Golan ha cambiato il testo e il titolo della canzone, October (in riferimento alla strage) è diventato Hurricane , ma ieri a Londra il Rio Cinema, che da anni proietta in diretta la serata finale del concorso ed è il punto di ritrovo londinese dei fan dell’Eurovision, ha annunciato che annullerà l’evento se l’israeliana Eden Golan verrà confermata tra i partecipanti.
Non è necessario che c’entri lo Stato di Israele perché si arrivi al boicottaggio: resta emblematico il caso del 25 ottobre scorso, quando l’Unione degli studenti dell’Università di Cambridge ha annunciato la messa al bando dell’opera Saul (primo re di Israele, padre di David) composta da Georg Friedrich Händel nel 1739, motivandola con «la crisi umanitaria a Gaza».
Se a Parigi una studentessa ebrea può essere apostrofata come «sionista» e bloccata all’ingresso dell’aula occupata dai filopalestinesi, nella vicina Pantin invece la celebre filosofa femminista americana Judith Butler qualche giorno fa in una conferenza ha definito i militanti di Hamas come «resistenti» e ha messo in dubbio gli stupri subiti dalle donne israeliane il 7 ottobre […]
I concerti della cantante israeliana Liraz Charhi, che pure canta in farsi (la lingua dell’Iran) in segno di speranza nella coesistenza, vengono annullati, tra le minacce, in tutta Europa.
I campus Usa
svastiche alla manifestazione pro palestina per il giorno della memoria roma
Negli Stati Uniti, le proteste nei campus americani al grido «Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera» (negando quindi il diritto di Israele a esistere) e lettere aperte come quella firmata da trenta organizzazioni studentesche di Harvard che definiva «il regime israeliano interamente responsabile della violenza», sono sfociate in un caso al Congresso a dicembre, quando tre presidi — Liz Magill della University of Pennsylvania, Claudine Gay di Harvard e Sally Kornbluth del Mit — hanno risposto in modo evasivo alla domanda: gli studenti vanno sanzionati se invocano il genocidio degli ebrei?
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pupazzo di netanyahu vestito da deportato manifestazione pro palestina per il giorno della memoria roma
Gli appelli a una libertà di espressione che comprenda l’auspicio del genocidio degli ebrei d’altronde si sono accompagnati a forme di censura: a marzo, Joanna Chen — traduttrice che vive in Israele impegnata in attività di solidarietà in Cisgiordania — ha scritto in un articolo per la rivista letteraria di sinistra Guernica delle difficoltà di provare empatia con i palestinesi dopo la strage di Hamas; l’articolo è stato rimosso perché diversi membri dello staff si erano dimessi definendolo «apologia del sionismo».
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Franklin Foer nel pezzo di copertina d’aprile dell’ Atlantic «L’età dell’Oro degli ebrei americani sta finendo», scrive del malessere di molti che prima temevano l’antisemitismo della destra e hanno scoperto quello della sinistra. In questo clima, un teatro di Manhattan ha cancellato la messa in scena di «Una pace perfetta» di Amos Oz: «Non escludo — ha scritto sua figlia Fania su X — che la paura fosse un fattore».
EDEN GOLAN proteste pro palestina a harvard 4 proteste pro palestina a harvard 1 studente ebreo aggredito durante protesta pro palestina a harvard 2 proteste pro palestina a harvard 5 studente ebreo aggredito durante protesta pro palestina a harvard 3 eden golan 1 eden golan 3 BANDIERE PALESTINESI ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO IL PATRIARCATO A ROMA