Barbara Gerosa per www.corriere.it
Febbre molto alta, tosse, vomito. La settimana di vacanza di un centinaio di persone, ragazzi e accompagnatori, di un oratorio di Brescia si è trasformata in un incubo. Ospiti in una struttura a Bormio 2000 (Sondrio) in molti hanno iniziato a stare male dopo qualche giorno, tanto da dover ricorrere alle cure del Pronto soccorso dell’ospedale di Brescia una volta rientrati a casa. Qui è stato loro prescritto un antibiotico, nel timore potesse trattarsi di legionella.
L’Ats della Montagna si è subito attivata effettuando i prelievi sull’acqua, ma per gli esiti bisognerà attendere ancora dieci giorni. «Siamo preoccupati, mio figlio sta ancora molto male. Vorremmo delle risposte», spiega una delle mamme. Esclusa l’intossicazione alimentare: della spesa e dei pasti si occupavano le madri e le cuoche che hanno partecipato al campo.
Genitori, ragazzi e sacerdote sono stati sottoposti a tampone: tutti risultati negativi al Covid. «Nella stessa struttura erano già stati ospitati altri gruppi di persone, che però non hanno avuto alcun problema. Ma per escludere l’ipotesi legionella, pur ritenendola poco probabile, non possiamo che attendere l’esito dei test», spiegano dall’Ats.
Altri guai, sempre in Valtellina, per un gruppo parrocchiale di 18 persone arrivate da Siena per un soggiorno in una casa vacanze: sono tutti finiti in ospedale dopo essere stati punti dalle zecche. In vacanza in Val Masino, dopo una passeggiata nel bosco si sono accorti di essere stati aggrediti dai minuscoli ma pericolosi insetti: eritema e prurito, per alcuni anche debolezza e febbre. Mobilitati i soccorsi con sei ambulanze. Ragazzi e adulti sono stati portati agli ospedali di Sondrio e Gravedona, trattati con antibiotico e dimessi in serata.
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