LEONCAVALLO, PROSSIMO TENTATIVO DI SFRATTO IL 10 DICEMBRE 'L'UFFICIALE GIUDIZIARIO E GLI AVVOCATI TENTERANNO DI PROCEDERE'
(ANSA) - MILANO, 15 NOV - "L'Associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo è ancora sotto sfratto. Martedì 10 dicembre 2024 alle ore 10 l'ufficiale giudiziario e gli avvocati della proprietà tenteranno di procedere allo sfratto": così si legge sulla homepage del sito dello storico centro sociale milanese.
centro sociale leoncavallo a milano
Per il mancato supporto di forze dell'ordine allo sfratto, deciso in prima istanza nel 2003, proprio ieri la corte d'appello di Milano ha condannato il Viminale a risarcire con tre milioni la proprietà, ovvero la società Orologio, della famiglia Cabassi. "Supporta le occupazioni, il Leoncavallo e le sue associazioni!" è l'invito nel post pubblicato lo scorso 30 ottobre.
LEONCAVALLO, PAGA IL VIMINALE TRE MILIONI AI PROPRIETARI PER IL MANCATO SGOMBERO
Estratto dell'articolo di Cesare Giuzzi per il "Corriere della Sera"
Alla fine pagherà il Viminale. Così hanno deciso i giudici della Corte d’appello civile che hanno condannato il ministero dell’Interno «inadempiente» di fronte a un’occupazione durata 29 anni. Quella dello storico centro sociale occupato Leoncavallo di via Watteau a Milano, protagonista di una querelle infinita con i proprietari del capannone una volta adibito a cartiera della famiglia di immobiliaristi Cabassi. Per la proprietà i giudici hanno stabilito un risarcimento di oltre 3 milioni di euro.
Colpa dell’inerzia con cui il ministero ha affrontato il tema dello sgombero sancito da una sentenza del Tribunale di Milano che già il 18 marzo 2003 aveva condannato «l’associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo» al «rilascio dell’unità immobiliare» ai legittimi proprietari, ossia la società «L’Orologio srl» che fa capo ai Cabassi.
Ieri un vertice in Prefettura convocato dal prefetto Claudio Sgaraglia per valutare, insieme all’Avvocatura dello Stato, le eventuali contromosse alla sentenza della seconda sezione civile: il ricorso in Cassazione, il tentativo di un accordo tra le parti o l’esecuzione dello sgombero. [...]
Nel ’94 l’allora giovane consigliere della Lega Matteo Salvini aveva difeso in consiglio comunale i ragazzi del Leonka dallo sgombero chiesto dall’allora sindaco Marco Formentini. Frequentato dagli attivisti Fausto e Iaio, uccisi nel ‘78 e da sempre uno dei centri sociali «simbolo» della storia degli autonomi, oggi il Leoncavallo è in realtà ritenuto alla stregua di una associazione culturale e ai margini dei movimenti antagonisti milanesi.
centro sociale leoncavallo a milano
Ma l’edificio che lo ospita è occupato dal ‘95 e la proprietà ha più volte chiesto alla prefettura di eseguire lo sgombero. Procedura mai portata a termine prima per «ragioni di ordine pubblico» poi perché nel frattempo il Comune aveva tentato una mediazione con i Cabassi non andata a buon fine.
I legali della società proprietaria hanno sostenuto che «la mancata messa a disposizione della forza pubblica per oltre 18 anni (dal primo accesso dell’ufficiale giudiziario, ndr) costituisca un illecito, da cui è derivato un danno ingiusto consistito nell’impossibilità per “L’Orologio” di sviluppare l’area, locarla o venderla, oltre al danno all’immagine».
centro sociale leoncavallo a milano
Per la Corte d’Appello civile «le ragioni di tutela dell’ordine pubblico non possono giustificare la mancata esecuzione del provvedimento giurisdizionale di rilascio». [...]