Paolo Berizzi per la Repubblica
La rosa, il biglietto d' amore e l' invito sul "palco" che diventa mattatoio. Eccolo: il palco della messinscena è questo garage-lavanderia al piano interrato, il primo a sinistra dove degrada la rampa che piega dall' ingresso di via San Rocco. In fondo ci sono: la lavatrice, un mobile, una mensola con dei detersivi e un contenitore da cui escono panni e coperte, e una coperta, oltre a tre spugne e a uno straccio sdrucito, l' ha usata Chiara Alessandri per pulire i piastrelloni marroncini del pavimento imbrattato del sangue di Stefania Crotti. Prima di caricarla in macchina: e Stefania non era ancora morta.
E infatti mezz' ora più tardi, mentre si sarebbe preparata a cospargere di benzina il corpo della vittima e a dargli fuoco nella campagna di Erbusco - 35 minuti di strada da qui - , Chiara potrebbe avere addirittura immobilizzato la rivale d' amore legandola mani e piedi (è l' ultima ipotesi, sconvolgente, su cui stanno lavorando gli inquirenti: spieghiamo più avanti).
Gorlago, dieci giorni dopo. Il mondo di sopra, e quello di sotto. Sopra c' è vita che sopravvive, c' è la povera madre della mantide-assassina, la Alessandri, che infila su un' utilitaria due dei tre nipoti intabarrati in piumini colorati e li porta a fare merenda; c' è uno spicchio di giardino, la piscina a forma esagonale, un tavolo per i pranzi all' aperto, i giochi dei bambini. Il mondo di sotto è la pancia della villetta bianca al civico 3: l' inferno del garage con la scala che sale in casa, il portone verde che fa da sipario.
stefania crotti chiara alessandri e il marito di stefania crotti
Riavvolgiamo. Giovedì 17 gennaio: dopo le cinque di pomeriggio. Un furgone fermo in via San Rocco. Attende perché Chiara è in leggero ritardo sul suo piano di morte. Il motore sbuffa, l' impianto stereo è acceso: una canzone d' amore di Giorgia - il pezzo preferito di Stefania Crotti e del marito Stefano Del Bello. Serve per addolcire l' attesa un po' surreale dell' invitata che siede bendata con un foulard sul sedile del navigatore. La "fortunata" è lei, Stefania, 43 anni, uno in meno della sua assassina. Entrambe di Gorlago, entrambe mamme e un uomo conteso: Stefano.
«Un tipo controllato, parco nei sentimenti e impermeabile nelle emozioni», lo descrivono gli investigatori. Genuino quando - e non sapeva ancora fosse stata lei a uccidere la moglie - in caserma scosta la mano di Chiara Alessandri. La donna che faceva teatro amatoriale e la rappresentante di classe e con cui la scorsa estate Del Bello aveva avuto una relazione che poi aveva chiuso: ed è lì che tutto è nato. Il furgone, dunque. Alla guida c' è il quarto protagonista di questo orrendo maleficio di provincia che si compie nella normalità impazzita: è il comprimario, il complice involontario. Di fatto diventa l' uomo chiave ma davvero pare sia stato in totale buona fede: infinocchiato dall' assassina. Angelo Pezzotta, 53 anni, imprenditore di Seriate, una storiella anni fa con la Alessandri. Nella trama del delitto di Gorlago Pezzotta diventa "cupido" o "Stranamore": lui stesso si è definito così, ma è disperato.
Sul cruscotto del furgone a bordo del quale, istruito dalla vecchia fiamma di cui ha conservato un bel ricordo, convince a salire la vittima designata Stefania (ma lui nulla sapeva), ci sono due sorprese.
Per l' invitata. La rosa e il biglietto con la scritta "ti amo".
Nel canovaccio della recita sarebbero un dolce pensiero del marito ritrovato Stefano Del Bello. Perché «sul più bello spunterà lui», dice la mantide al Pezzotta. La bella favola romantica a cui l' uomo abbocca: nel ruolo di passeur.
Ma come è noto non è Del Bello che aspetta la moglie in un garage. C' è la morte. La porta la Alessandri. Lei compra la rosa la mattina del giorno del delitto in un negozio di San Paolo D' Argon; lei scrive il biglietto. E sempre lei, che diabolicamente organizza tutto dai primi giorni di gennaio, si presenta nel posto auto sotto casa con altre sorprese: un martello e una pinza. «Le ho tolto il foulard dagli occhi, si è ribellata», dice l' omicida quando confessa il delitto. Non solo i quattro colpi alla testa. Molti di più.
Massacrata, ma non ancora morta. Il corpo di Stefania (il cui funerale verrà celebrato oggi a Gorlago) viene trascinato a fatica dalla Alessandri nel baule della Mercedes classe B. Lo copre coi panni presi in garage e con un piumino. Dove si dirige Chiara (probabilmente) con la tanica di benzina che verrà ritrovata dai carabinieri in un' altra auto (una Lancia Y) che aveva in uso la donna? Nella geografia dell' arrestata c' è sempre la traccia di qualche vecchio filarino: un altro uomo, di Adro. Ed è in un boschetto tra Adro e Erbusco che il 19 gennaio un passante scopre il cadavere arso dalle fiamme. «La posizione in cui è stato trovato fa riflettere - dice il colonnello Paolo Storoni, comandante provinciale dei carabinieri, esperto di indagini, un passato nel Ros - Stiamo cercando di capire se la vittima era legata al momento in cui è stata bruciata. Alcuni reperti rinvenuti potrebbero essere compatibili con materiale usato per legare». Dei lacci o delle piccole corde. È la novità più importante. Se così fosse, altro che efferatezza e premeditazione. «Non ho bruciato il corpo», ha ribadito in interrogatorio la responsabile dell' omicidio. I riscontri dei carabinieri dicono il contrario. Restano dei nodi ancora da sciogliere: che fine fanno la borsa e il portafoglio della vittima? Buttati da qualche parte come il cellulare di cui la Alessandri si è disfatta (dopo avere tolto la sim)? Anche il telefonino dell' assassina è interessante per gli investigatori: lei ha cancellato chat e messaggi. Ma i primi tabulati parlano. Oltre ad un altro uomo a cui aveva offerto sesso in cambio della "missione" poi accettata da Pezzotta - andare a recuperare Stefania fuori dalla ditta Pmg di Cenate Sotto dove lavorava - potrebbe avere contattato altre persone. Sempre con lo stesso scopo: attirare la vittima nella trappola. Regalarle una bella festa là sotto, nel palco della messinscena. «La festa è andata bene«. È l' ultimo messaggio che la Alessandri spedisce al "dottor Stranamore". Poi insieme al sipario cala la maschera.
STEFANIA CROTTI stefania crotti stefania crotti 1 Chiara Alessandri