Natale Bruno per www.repubblica.it
Padre e madre avevano "ceduto" la propria figlia di 14 anni al padrino di cresima della ragazzina. Il tutto in cambio di soldi e cibo. Con quell'uomo, la ragazzina sarebbe stata costretta a vivere e ad avere rapporti sessuali.
È quanto emerso da alcune intercettazione della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania che ha portato all'arresto, eseguito dai carabinieri, dei genitori e dell'uomo. È accaduto in un comune della provincia etnea.
Nei confronti dei tre è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati aggravati di concorso in riduzione in schiavitù, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale, sequestro di persona, cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale.
L'inchiesta, come sottolinea la Dda, ha fatto luce su "spregevoli condotte da parte dei genitori nei confronti di una delle figlie minorenni" facendo emergere "un contesto familiare assai degradato nell'ambito del quale il padre e la madre della vittima, in ragione della situazione di grave indigenza economica e dimostrando un'assoluta incapacità genitoriale, avrebbero esercitato nei confronti della figlia poteri corrispondenti al diritto di proprietà, inducendola con violenza e minaccia ad intrattenere una relazione anche sessuale con il suo padrino di cresima, per ottenere cibo e denaro".
La coppia avrebbe anche rimproverato e picchiato la figlia affinché si "comportasse bene" con l'uomo. Il padre avrebbe minacciato di "fare danni" con un'assistente sociale che era intervenuta per problemi di dispersione scolastica di un'altra figlia più piccola.
Al "padrino" è contestata anche la violenza sessuale nei confronti della ragazzina che avrebbe sequestrato a casa sua. Contestato anche il reato di avere ceduto della marijuana a una minorenne e avere detenuto armi e munizioni, compreso un fucile con le canne mozzate e una rivoltella 375 Magnum.