CARICOM, IL PREMIER DI HAITI HA RASSEGNATO LE DIMISSIONI
(ANSA-AFP) - KINGSTON, 11 MAR - Il primo ministro di Haiti, Ariel Henry, ha accettato di lasciare il suo incarico. Lo ha annunciato il presidente della Comunità dei Caraibi (Caricom), Irfaan Ali, nel corso di una conferenza stampa organizzata dopo un incontro in Giamaica sul Paese tormentato dalle violenze delle gang e in piena crisi di governo. "Prendiamo atto delle dimissioni del premier Ariel Henry", ha detto Mohamed Irfaan Ali, annunciando un "accordo per un governo di transizione che aprirà la strada a una transizione pacifica del potere".
haiti - persone in fuga da port-au-prince
USA, PREMIER HAITI È IL BENVENUTO SUL TERRITORIO AMERICANO
(ANSA-AFP) - WASHINGTON, 12 MAR - Il premier dimissionario di Haiti, Ariel Henry, è il benvenuto sul territorio americano di Porto Rico, dove si trova da quando il Paese è piombato nel caos. Ad affermarlo è un responsabile americano, dopo la conferma delle dimissioni da parte del primo ministro durante un colloquio telefonico con il segretario di Stato, Antony Blinken.
BLINKEN AUSPICA L'AVVIO DI UNA TRANSIZIONE POLITICA A HAITI
(ANSA) - KINGSTON, 11 MAR - "Tutti sappiamo che occorre un'azione urgente sia sul piano della sicurezza che politico, per aiutare le cose a muoversi in una direzione migliore" per Haiti, ha affermato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken intervenuto alla riunione d'urgenza della Comunità dei Caraibi a Kingston sulla crisi a Haiti, auspicando "l'avvio di una transizione politica".
"Sosteniamo un Collegio presidenziale indipendente e ampio - ha osservato Blinken - che in in primo luogo possa muovere passi concreti per rispondere ai bisogni degli haitiani, che possa permettere un veloce dispiegamento di una missione internazionale di sicurezza di sostegno, e terzo, che attraverso il rafforzamento della polizia nazionale haitiana, possa creare le necessarie condizioni di sicurezza per celebrare elezioni libere".
"Tutti sappiamo che solo gli haitiani possono determinare il loro futuro. Ma tutti qui possiamo aiutare a ristabilire le fondamenta della sicurezza, possiamo affrontare la tremenda sofferenza degli haitiani, e aiutare a creare le condizioni che permetteranno l'opportunità. Credo che stia andando in una direzione positiva e spero che le discussioni continueranno per finalizzare un piano che ci possa portare avanti", ha concluso il segretario di Stato.
CONFERENZA EPISCOPALE HAITI, PAESE VERSO LA GUERRA CIVILE
(ANSA) - PORT-AU-PRINCE, 11 MAR - Il presidente della Conferenza episcopale di Haiti Max Leroy Mésidor ha affermato che il Paese caraibico sta scivolando "pericolosamente verso la guerra civile" a causa del controllo sempre più stringente del territorio da parte delle bande criminali e la sicurezza in rapido peggioramento. "Le forze di polizia haitiane sono impotenti contro le bande ben armate che sono diventate un esercito organizzato", ha scritto in un comunicato.
L'arcivescovo di Port-au-Prince ha anche denunciato che la Chiesa cattolica è diventata uno degli obiettivi per i rapimenti a scopo di riscatto, sottolineando che la vita è diventata estremamente pericolosa per i vescovi haitiani, soprattutto nelle zone controllate dalle bande criminali, come la capitale Port-au-Prince.
"Non posso visitare i due terzi della mia diocesi perché le strade sono bloccate", afferma, aggiungendo che nonostante le difficoltà e i pericoli la Chiesa haitiana continua la sua opera mostrando grande resistenza. "La nostra gente vuole vivere e la missione principale della Chiesa ad Haiti è mantenere "viva la speranza". "Non è facile ma cerchiamo di lavorare perché dobbiamo portare la nostra croce e seguire Cristo, soprattutto in questo tempo di Quaresima", ha concluso.
HAITI, VERTICE IN GIAMAICA CHIEDE UN ACCORDO FRA HAITIANI
(ANSA) - KINGSTON, 11 MAR - La comunità internazionale è cosciente della gravità della crisi ad Haiti, ma sa che una soluzione definitiva per essa "non può venire dall'esterno, ma da un accordo fra tutti gli haitiani". Al termine di una intensa giornata di lavoro a Kingston, in Giamaica, un vertice convocato dalla Comunità dei Caraibi (Caricom), con la presenza del segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha convenuto che devono essere le parti haitiane a concepire e gestire un progetto che porti a una ricostruzione politica e istituzionale del Paese.
Per questo, oltre a Blinken e ai leader caraibici, hanno partecipato al vertice rappresentanti di Paesi della regione, dell'Onu, del Canada, del Brasile, della Francia e del Messico. I lavori sono stati seguiti online anche dai premier di Canada e Kenya e dal presidente del Benin, Paese che contribuirà alla Missione multinazionale di sostegno alla sicurezza (Mmas) per Haiti.
Nella conferenza stampa finale, dove non è mai stato nominato il primo ministro Ariel Henry bloccato a Porto Rico,, il presidente della Caricom, e della Guyana, Irfaan Ali, ha confermato che è stato evocato un piano a lungo termine per la ricostruzione di Haiti. con idee che saranno presentate agli haitiani.
Da parte sua il primo ministro della Giamaica, Andrew Holness, ha indicato che "questa riunione ci ha portato più vicini all'azione per aiutare Haiti". La sintesi dei lavori è stata tracciata da Blinken che, dopo aver cifrato in 300 milioni di dollari Usa gli stanziamenti per il futuro haitiano, ha ricordato i tre punti su cui tutti sono chiamati a lavorare per la transizione: 1) La costituzione di un consiglio presidenziale: 2) L'intervento della Missione multinazionale guidata dal Kenya, e 3) Un rafforzamento della polizia, presupposto per la realizzazione di elezioni generali.
rivolte a haiti 1 Leon Charles - ex capo della polizia di haiti martine moise 3 jimmy cherizier