MICHELA ALLEGRI per il Messaggero
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Crisi delle adozioni, complici il Covid, i costi e la troppa burocrazia: negli ultimi 10 anni il numero di adozioni internazionali è crollato, e anche quelle di bambini italiani sono nettamente diminuite. A complicare una situazione già difficile, dal 2020 è arrivata anche la pandemia, che ha bloccato per un periodo le procedure, a causa delle frontiere chiuse, dei viaggi da rimandare e delle difficoltà economiche che molte famiglie si sono trovate ad affrontare da un momento all'altro. I costi delle procedure internazionali, infatti, non sono bassi: possono raggiungere anche i 30mila euro.
Durante il lockdown, le attese si sono trasformate in un incubo. Quando l'Italia ha chiuso i confini, l'ingresso dei minorenni oggetto di sentenza di adozione o di affidamento è diventato una corsa a ostacoli, per non parlare dei percorsi di inserimento scolastico e di integrazione nel contesto sociale: tutto rimandato, o rallentato.
il papa con il labbro gonfio all angelus del 26 dicembre 2021
LE DOMANDE INTERNAZIONALI Dai dati diffusi dalla Commissione per le adozioni internazionali, cioè quelle relative a minori stranieri, emerge che la situazione non è migliorata: gli italiani non si sono ancora ripresi dalla crisi. Nel primo semestre del 2021, le coppie che hanno fatto richiesta di autorizzazione all'ingresso in Italia di bimbi stranieri alla Cai sono state solo 244. Analizzando i numeri dal 2012 al 2021, emerge un andamento calante, con un tracollo relativo agli anni del Covid. Si passa da un valore massimo registrato nei primi 6 mesi del 2012, di 1.188 richieste, ai 220 casi del primo semestre del 2020: la contrazione supera l'80%. Per quanto riguarda il 2021, il grafico è in leggera ripresa: si contano 24 domande in più rispetto al 2020, ma 214 in meno rispetto al 2019.
Nel primo semestre dello scorso anno, i minori autorizzati all'ingresso in Italia a scopo adottivo sono stati 296. Anche in questo caso, i dati dimostrano una crollo nei numeri che supera l'80%. Se nel primo semestre del 2012 erano arrivati 1.484 bambini, nello stesso periodo del 2020 ne sono arrivati solo 274. Pochi di più da gennaio a giugno 2021: 296. La colpa, però, non è solo del Covid: nonostante il minimo sia stato toccato nel 2020, la tendenza complessiva dell'ultimo triennio mostra una forte contrazione. Nel primo semestre 2021 si contano 274 minori in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, e solamente 22 in più rispetto al 2020.
I MINORI ITALIANI A raccontare la crisi delle adozioni sono anche gli ultimi dati pubblicati dal ministero della Giustizia, che raggruppano le domande nazionali e internazionali arrivate nei Tribunali per i minorenni dal 2001 al 2020. Le domande di disponibilità all'adozione di minori italiani presentate nel 2020 sono state 6.982. Il picco era stato nel 2006, con addirittura 16.538 richieste. Nell'anno della pandemia c'è stato un calo anche rispetto al 2019, quando erano state presentate 8.190 domande. Per la prima volta, nel 2020, le richieste sono scese - oltretutto in modo netto - sotto quota 8.000. Le adozioni di minori italiani nel 2020 sono state 727. Nel 2019 erano state 860. Per quanto riguarda i minori stranieri, le adozioni nel 2020 sono state in tutto 533. L'anno precedente erano state 1.033. Dati in netto calo rispetto al passato: nel 2001 erano state 3.915.
PAPA FRANCESCO
Da avvenire.it
"Non basta mettere al mondo un figlio per dire di esserne anche padri o madri". Lo ha detto papa Francesco nella catechesi dell'udienza generale di stamani, la prima del 2022. Continuando il ciclo di catechesi su San Giuseppe, ha incentrato la sua riflessione sul tema: "San Giuseppe, il padre putativo di Gesù". "Per comprendere la paternità putativa o legale di Giuseppe, occorre tener presente che anticamente in Oriente era molto frequente, più di quanto non sia ai nostri giorni, l'istituto dell'adozione".
Citando la lettera apostolica Patris corde, il Pontefice ha ricordato che "tutte le volte che qualcuno si assume la responsabilità della vita di un altro, in un certo senso esercita la paternità nei suoi confronti". Il riferimento è all'istituto dell'adozione, "atteggiamento così generoso e bello".
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"Giuseppe ci mostra che questo tipo di legame non è secondario, non è un ripiego - ha osservato -. Questo tipo di scelta è tra le forme più alte di amore e di paternità e maternità". Volgendo lo sguardo a quanti bambini nel mondo aspettano qualcuno si prenda cura di loro e a quanti coniugi desiderano essere padri e madri ma non riescono per motivi biologici; o, pur avendo già dei figli, vogliono condividere l'affetto familiare con chi ne è rimasto privo, papa Francesco ha ribadito che "non bisogna avere paura di scegliere la via dell'adozione, di assumere il 'rischio' dell'accoglienza". Ma serve anche che le istituzioni semplifichino l'iter per le adozioni. "Auspico che le istituzioni siano sempre pronte ad aiutare in questo senso dell'adozione, vigilando con serietà ma anche semplificando l'iter necessario perché possa realizzarsi il sogno di tanti piccoli che hanno bisogno di una famiglia, e di tanti sposi che desiderano donarsi nell'amore", ha detto.
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Osservando i fenomeni sociali di oggi, il Pontefice ha evidenziato che "oggi con l'orfanità c'è un certo egoismo". Così ha ricordato le sue parole dei giorni scorsi sull'inverno demografico. "Si vede che la gente non vuole avere figli e tante coppie non hanno figli perché non vogliono o ne hanno uno solo. Ma hanno cani e i gatti, che occupano il posto dei figli - ha aggiunto parlando a braccio -. Questo rinnegare la paternità e la maternità ci toglie umanità. E così la civiltà diventa più vecchia e senza umanità, perché si perde la ricchezza della paternità e della maternità, e soffre la Patria che non ha figli".
IPoi, il Papa ha chiesto a San Giuseppe la grazia di "svegliare le coscienze". "La paternità e la maternità è la pienezza della vita di una persona. E se non potete avere figli pensate all'adozione: è un rischio avere figli, ma è ancora un rischio maggiore non averne. A un uomo e a una donna che non sviluppano il senso della paternità e della maternità manca qualcosa di fondamentale".
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Al termine della catechesi un gruppo di artisti del Circo Ronny Roller si è esibito di fronte a papa Francesco. Clown, luci, ballerine e presentatori sulle note de "La Strada" e "O Sole mio". Non è la prima volta che accade, l'ultimo precedente di una esibizione del genere risale al 2010.
E c'è da registrare anche una nuova piccola "rivoluzione": a partire da oggi sono presenti all'udienza generale, per la lettura dei
saluti nelle diverse lingue, anche dipendenti uomini e donne, religiosi e laici, di alcuni Dicasteri della Curia Romana. Finora ad affiancare il Pontefice nell'udienza generale, che vede la pronuncia delle Letture, della sintesi della catechesi del Papa e dei saluti in varie lingue, erano solo prelati, per lo più operanti nelle diverse sezioni linguistiche della Segreteria di Stato.
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