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Cancún e il tratto di 130 chilometri fino a Tulum, conosciuta come la Riviera Maya, attirano 13 milioni di visitatori all'anno grazie alle spiagge dorate, i campi da golf e i resort di lusso all-inclusive. Dall’area arrivano quasi la metà delle entrate turistiche del Messico, ma è anche il teatro di un allarmante aumento degli omicidi, per lo più alimentato dalla domanda di droga da parte degli stessi vacanzieri.
La violenza legata alla droga ha fatto salire il tasso di omicidi in tutto il Messico a livelli record negli ultimi anni. Nel resto del Paese, le violenze sono frutto di guerre per il controllo delle rotte del traffico di droga dirette negli Stati Uniti.
Il tasso di omicidi nello stato di Quintana Roo, nella Riviera Maya, è quasi quadruplicato dal 2016 a 37 omicidi ogni 100.000 residenti, secondo i dati del governo. È più di cinque volte il tasso degli Stati Uniti e al di sopra della media del Messico. Il capo della polizia stima che più di otto omicidi su 10 siano legati alla droga. Il conteggio dell'anno scorso di 651 è stato più degli omicidi che si è verificato in Italia e Spagna messe insieme.
«Il nostro problema di base è la domanda di droga da parte dei turisti» afferma Oscar Montes de Oca, procuratore generale di Quintana Roo. E i cartelli ci sguazzano in questa situazione. Piuttosto che rischiare di contrabbandare droga negli Stati Uniti e in Europa, si rivolgono a turisti americani ed europei che cercano di acquistare erba coltivata in Messico, cocaina colombiana, ecstasy dall'Europa o altre droghe. La zona è diventata sempre più nota come meta di feste. Tulum ha circa 10 bande criminali legate al traffico di droga. Per non parlare che ormai i criminali si sono specializzati anche in estorsioni a danni di ristoranti e alberghi.
Coloro che non pagano rischiano di essere uccisi o vedere i loro locali bruciati. Il capo di un'associazione di ristoranti locali ha recentemente stimato che il 60% dei ristoranti riceve una chiamata per estorsioni almeno una volta al giorno.
«Dobbiamo stare attenti al tipo di turismo che vogliamo - afferma David Ortiz Mena, capo dell'associazione alberghiera di Tulum - Il tipo di turismo che abbiamo promosso crea domanda di droga e dove c'è domanda c’è offerta. Ma gli spacciatori non se ne vanno quando la festa è finita e i turisti tornano a casa».
Molte bande di narcotrafficanti si sono persino impossessate di vaste distese di spiagge: il processo per accaparrarsi il territorio inizia con donne che vendono bigiotteria sulla spiaggia. Poi altri si trasferiscono, vendendo cibo e affittando sedie a sdraio, installando tende per massaggi e offrendo alcol e droghe. Se gli hotel si lamentano, sono minacciati.
Ora i funzionari locali si stanno muovendo per evitare che Cancun diventi una nuova Acapulco, per breve tempo diventata la capitale mondiale degli omicidi a causa delle faide tra i cartelli. Il numero di visitatori stranieri è diminuito di due terzi tra il 2012 e il 2017 e il turismo non si è ancora ripreso.
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