Estratto dell’articolo di Viola Giannoli per repubblica.it
Era quasi tutto pronto: l'albero del Papa selezionato da mesi, visionato dai giardinieri vaticani, recintato e imbracato per essere tagliato e trasportato in piazza San Pietro per il Natale 2022. Peccato che l'abete di Rosello, Chieti, Abruzzo, non era di Rosello. Ma di Agnone, Isernia, Molise.
E se per la pianta che il piccolo Comune voleva donare da 12 anni al Vaticano ci sono tutte le autorizzazioni, per quella reale, appena oltre il confine regionale, di via libera non c'è traccia. E dunque niente taglio, tutto fermo, fino a nuovo via libera. Un "errore" grossolano, in una vicenda che sta a metà tra la spy-story e il film in cui Totò voleva vendere la "sua" fontana di Trevi, che ha rischiato di sguarnire sotto le feste il colonnato del Bernini, salvando però almeno una pianta secolare.
La soluzione: "Daremo al Papa un altro albero"
L'exit strategy si chiama Palena, un sito di alberi da taglio. "Se ci sono problemi per quella pianta, ne troviamo un'altra nei nostri vivai regionali, dove ci sono abeti anche da 25 a 35 metri", dice il sindaco di Rosello dopo il pasticciaccio brutto dell'abete bianco.
Ora la battaglia è lo stop definitivo all'abbattimento. "L'errore è l'occasione giusta per fermarsi", spiega Giacomo Castana, 31 anni, giardiniere di Varese, animatore della pagina Instagram "Prospettive vegetali" che lo scorso anno ha scavalcato la staccionata di San Pietro per dimostrare con uno strumento elettrico che l'abete del Papa anche senza radici era ancora vivo, aveva un battito.
L'albero che doveva essere destinato a San Pietro
Assieme al gruppo Parents for future e ai Gufi, Gruppo unitario foreste unite, ha lanciato una petizione per fermare il taglio annuale dell'abete per San Pietro. Il Governatorato vaticano lo ha ricevuto il 6 luglio, ha ascolta la battaglia ambientalista ma per bloccare l'abbattimento nel 2022 non c'era già niente da fare. Dal 2023 invece il taglio potrebbe essere fermato. "Ma il segnale - dice Castana - Servirebbe subito. E allora mi appello ancora una volta al sindaco di Rosello, dopo la figuraccia ora faccia una bella cosa: sia il primo sindaco a rinunciare al taglio dell'abete, anziché l'ultimo a fare un gesto contro tutto e tutti".