IL PIATTO PIANGE: QUEST'ANNO GLI ITALIANI SPENDERANNO IN MEDIA 1011 EURO IN PIÙ PER MANGIARE - L’INFLAZIONE GALOPPANTE OBBLIGA GLI ITALIANI A PASSARE AI RAGGI X OGNI PRODOTTO CHE SI ACQUISTA: LA CARNE COSTA IL 7% IN PIÙ, LA PASTA IL +18,4%, IL RISO +25% E LE UOVA +12,9% - L'UNICO MODO PER RISPARMIARE? SCEGLIERE PRODOTTI IN OFFERTA - NELLA LISTA DELLA SPESA DELLE FAMIGLIE ITALIANE IL PESCE VIENE DIMENTICATO, COSTA TROPPO E SFAMA POCO...

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Irene Soave per il “Corriere della Sera”

 

rincari carrello della spesa rincari carrello della spesa

Quanto costa un litro di latte? Nelle interviste quasi nessun politico sa mai rispondere (a oggi 1,72 euro, circa come la benzina); Giovanna Cornacchia, 48 anni, impiegata, sì.

Dà un'occhiata alla lista della spesa e stima: «Farà sui 140 euro». Annoto la scommessa.

Appuntamento alla cassa 1 di un grande supermercato a Cologno Monzese (Milano). È arrivata col carrello pieno di sporte già aperte, pronte ad accogliere la spesa per i prossimi «7-9 giorni» e che fa solo il giovedì pomeriggio quando un tetris di nonni, catechismo, figli che il marito può prendere a scuola le lascia un po' meno di due ore libere.

 

Con il carrello «Ire», esordisce - c'è un'intimità nel far mettere il naso a un'estranea nelle proprie economie, e mi pare che col diminutivo lei me la accordi - «non farmi sembrare una morta di fame». Non potrei: è sorridente, ben vestita, energica. L'ho contattata sì tramite la Lega Consumatori della Lombardia che aiuta chi resta indietro con le bollette, ma lei è un'amica della presidente, non una sua assistita (quelli che ho sentito mi davano appuntamento per metà dicembre, non potendo permettersi di tornare al supermercato prima).

 

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Spende in alimentari per sé, il marito Donato Contardo e i due figli Niccolò e Carola di 12 e 9 anni, «almeno 400 euro al mese» più qualche pizza fuori. Si sommano a un mutuo di 700 per tre locali a Brugherio; si sottraggono ai 1.500 euro del suo part-time in un'azienda che esporta utensili, più 1.800 del marito operaio. Un bilancio sopramedia: il 62% delle famiglie italiane vive con meno di 2.000 euro al mese; una su cinque ha almeno un membro disoccupato; 6 su 10 non riescono a risparmiare (Nomisma).

 

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Ventuno pasti Giovanna è più attenta a non sprecare minuti che denaro, in vista del suo svago del giovedì sera, il corso di teatro: precisamente, di improvvisazione. È un'arte cui comunque è tenuta anche qui. In mano la lista, in testa il programma dei prossimi ventuno pasti - colazione ognuno ha la sua, a pranzo tutti fuori, a cena tutti insieme - nelle tasche un budget sempre più stretto che fa quadrare con offerte che troverà lì per lì.

 

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Soprattutto, tentando di mangiare «bene»: cioè sano e leggero. «Detesto ingrassare, e cerchiamo coi ragazzi di non riempirci di porcherie. Merendine e biscotti li compro, ma solo per colazione». Nel suo carrello non entrano wurstel né sofficini; un pacco di crocchette di patate surgelate è la trasgressione massima a cui assisto; la pancetta «è solo per le schiscette di mio marito, e prendo quella di sottomarca, tanto è tutto grasso uguale».

 

La tendenza, con l'inflazione che da mesi alza il prezzo degli alimentari (+13% solo a ottobre), è quella già in atto, ad esempio, negli Usa: le materie prime fresche e non lavorate aumentano, il cibo processato, ricco di sale e grassi, è più a buon mercato.

Songino, catalogna, datterini. Le zucchine vengono soppesate, poi - pure in offerta - lasciate giù: 3,19 euro al kg.

 

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«Fuori stagione poi san di niente». Tre banane, otto mele, di frutta nient' altro. «Mangiamo leggero e sano il più possibile» e appunto non è che non costi: «Guarda, questi cordon bleu te li danno per due lire», un euro l'uno in effetti, «ma sono porcherie, scarti». In offerta, di leggero e non troppo lavorato, ci sono quattro hamburger di scottona: nel carrello. Arrosto a fette. Sovraccosce di pollo.

 

Ogni acquisto di Giovanna è stato già monitorato da associazioni che da mesi stimano l'impennata dei prezzi. La carne costa in media il 7% più di un anno fa ed è salito del 49%, del resto, il costo dei mangimi. Petto di pollo, +9%. Spezzatino bovino, +8% (Federconsumatori). Pasta +18,4%, riso +25%, uova +12,9% (ministero per lo Sviluppo economico). La famiglia media spenderà 1.011 euro l'anno in più per mangiare (Codacons): era dal 1983 che i prezzi non crescevano così tanto (Istat). Più in vista di prima nel banco della carne: fegati, cuori, trippe, foiolo.

 

carrello spesa carrello spesa

Tra i salumi Giovanna sceglie speck e crudo dolce per le piadine di stasera. La cena costerà 19,23 euro. Piadine bisogna comprarne due pacchetti, spiega Giovanna: sembrano sfuggite al rincaro, cioè costano come prima ma la confezione ne contiene tre e non più quattro. Trucco che ritroviamo sullo yogurt, prima 500 grammi e ora 450; sull'acqua in bottiglie da un litro e non uno e mezzo; sulle mozzarelle rimpicciolite. E comunque a tre minuti di strada c'è un McDrive: quattro Big Mac costerebbero meno di questa cena, e nel fare questo conto i food desert degli Stati Uniti, dove l'obesità è il male dei poveri e il cibo sano introvabile, sembrano futuro prossimo.

 

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Saltiamo il banco del pesce: «Lo salto sempre. Non so cucinarlo e comunque onestamente è caro, e non sfama mai». Nel carrello va giusto una confezione famiglia di bastoncini Findus, 30 per 4,95 euro, in offerta anche quelli e alla fine comunque la cosa più cara in mezzo metro di scontrino. Parmigiano, «cerco di non farlo mancare». È in offerta sottocosto. Delle 66 cose che Giovanna ha comprato 31 sono in offerta; 18 sono senza marchio; l'olio era sulla lista ma «lo prendo la prossima volta, aspetto un'offerta».

 

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«Offerta» è il mantra: «La sola strategia che alla fine seguo per risparmiare». Il 51% degli italiani compra meno cose (Coldiretti). «Ma con due ragazzini...». Il 53% cucina di più. «Ho già giornate convulse». Altri scoprono il discount: a settembre il fatturato dei «market low cost» è salito del 10% (Nielsen per Federdistribuzione). «Che devo dirti? Ho provato a comprare lì, soprattutto le merendine dei ragazzi, ma non hanno lo stesso sapore. Taglio su altro». Ad esempio? «I viaggi. Non ne facciamo. Esco un venerdì sera su due, con le amiche, e lì per due ore non penso solo a cucina orari turni soldi, cosa c'è a cena, la schiscetta di mio marito, le visite del grande, il corso della piccola...».

 

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A conti fatti Shampoo e balsamo, in offerta. Due confezioni di profiteroles a un euro l'una, somma che oggi non vale più di tre mele o pochi acini d'uva. «Ma detesto ingrassare». Emmental, pesto rosso, ravioli, trofie, farfalle rigate. Uno straccio da passare a terra il sabato mattina, «che è quando faccio le pulizie» (non ci sono aiuti), un pacco di crackers, biscotti, merendine, «ma secondo te, Ire, ci torniamo indietro? Alla situazione di prima? Dovremmo scendere in piazza».

 

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Ci andrebbe? «Beh, certo. Da ragazza ci andavo, ma per bigiare. Qui se non lo facciamo non cambia mica, la situazione». Termine vago. Il politico che ignora il costo del latte non lo userebbe, ma Giovanna Cornacchia sa definirlo con precisione chirurgica: alla cassa (automatica) la somma spesa è di 139,53 cent, 47 cent di errore sulla stima iniziale. E «almeno 40 euro più di sei mesi fa. Ti pare normale?».

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