Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”
La coltellata le ha devastato il viso. Chi ha avuto modo di vedere la ferita riferisce che per fare un danno così non basta avere una lama affilatissima: serve una ferocia ancora più tagliente, perché lo sfregio è lungo e profondo, roba che non si fa in un attimo, con un gesto d’impeto. Bisogna affondare e continuare a farlo per provocare quello scempio. Serve avere qualcosa sul cuore per rovinare così una ragazzina di dodici anni.
Quella ragazzina che l’altra notte, poco dopo l’una, si è presentata accompagnata dalla madre al Pronto soccorso del Vecchio Pellegrini, e i medici, quando lei ha tolto lo straccio col quale tamponava la ferita, si sono avviliti. Hanno capito subito che uno sfregio come quello rimane per sempre. Forse con la chirurgia estetica si può ridurre, forse con un paio di interventi, se bastano.
Ma non è una cosa che sparisce. La ragazzina si porterà per sempre il ricordo di quel sedicenne del suo stesso quartiere che era il suo fidanzato, se a quell’età si può dire così. E che era gelosissimo tanto che lei lo aveva lasciato, ma lui non aveva smesso di essere geloso e nel frattempo era diventato anche violento, sempre più violento.
La dinamica
Quello che è successo l’altra notte lo ha raccontato direttamente la dodicenne ai carabinieri che sono arrivati al Pellegrini avvertiti dai medici. Lei e il ragazzo si sono incrociati nei vicoli della Pignasecca, a Napoli, negozi popolari e bancarelle di pesce, frutta e verdura di giorno, vicoli deserti di notte.
Lei era sola alla guida del suo scooter, a dodici anni e a quell’ora, lui su un’altra moto con un amico. Si sono fermati e hanno cominciato a parlare, poi a discutere, quindi a litigare. E alla fine lui ha preso dalla tasca il coltello — il suo avvocato sostiene che fosse un temperino portachiavi — e ha fatto quello che ha fatto.
La vicinanza con l’ospedale e con casa, da dove i genitori sono immediatamente arrivati, ha consentito che la ragazzina venisse medicata pochissimi minuti dopo l’aggressione. Le è stata suturata la ferita e poi i medici hanno ritenuto di farla ricoverare all’ospedale pediatrico Santobono. Ma più che altro per darle assistenza nel momento dello shock più profondo. Infatti dopo poche ore è stata dimessa anche dal Santobono ed è tornata a casa.
E poche ore è durata anche l’irreperibilità del giovanissimo accoltellatore. I carabinieri conoscono bene la sua famiglia, dove i precedenti penali sono non di poco conto, e conoscevano anche lui che nonostante l’età ha già una denuncia per resistenza e in questo periodo stava seguendo un corso di pizzaiolo nell’ambito di un percorso di messa alla prova.
Quando lo hanno fermato, poco lontano dalla Pignasecca, ha detto che stava andando a costituirsi. Il pm minorile ne ha disposto il trasferimento in un centro di prima accoglienza, in attesa dell’udienza di convalida del gip. Il reato di cui dovrà rispondere è lo stesso contestato a chi aggredisce qualcuno con l’acido: tentato omicidio aggravato.