A POMPEI C’ERANO SCHIAVI DI SERIE A E SCHIAVI DI SERIE B - DALLA SCOPERTA DI UNA NUOVA STANZA EMERGE COME CI FOSSE UNA GERARCHIA NELLA SERVITÙ DELLA VILLA ROMANA DI CIVITA GIULIANA: RISPETTO AGLI ARREDI TROVATI NEL 2021, QUELLI RINVENUTI ADESSO MOSTRANO UN LETTO PIÙ CONFORTEVOLE, UN ARMADIO E ALCUNE ANFORE - QUELLO CHE NON CONOSCEVA GERARCHIA ERA LA ZOZZERIA: SONO STATI TROVATI ANCHE I RESTI DI TRE TOPI INTENTI A SCAPPARE...

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Estratto dell’articolo di Anna Laura de Rosa per www.repubblica.it
 

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Una stanza assegnata agli schiavi, che racconta attraverso gli arredi e la presenza di tre roditori le condizioni igienico sanitarie e la gerarchia che c’era nella servitù della villa romana di Civita Giuliana. [...] Siamo a circa 600 metri dalle mura dell’antica Pompei, in questo scavo strappato ai tombaroli che ha regalato reperti unici al mondo come il carro cerimoniale e una stalla con un sauro bardato, è stato ritrovato anche l’arredo di questa camera assegnata agli schiavi che denuncia una situazione di precarietà e subalternità.

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Mobili e tessuti, corpi di vittime dell’eruzione del 79 d.C., sono stati coperti dalla nube piroclastica, divenuta poi terreno solido mentre la materia organica decomposta ha lasciato un vuoto nel terreno: un’impronta che, riempita di gesso, ha rivelato la sua forma originaria. Un’immagine di quasi 2000 anni fa, realizzata con la tecnica dei calchi, esistente solo a Pompei e dintorni. [...] Quello che è emerso adesso fa pensare a una precisa gerarchia all’interno della servitù. Mentre uno dei due letti trovati in queste settimane è della stessa fattura di quelli del 2021, estremamente semplice e senza materasso, l’altro è di un tipo più confortevole e costoso, noto in bibliografia come “letto a spalliera”.

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Nella cinerite sono ancora visibili le tracce di decorazioni color rosso su due delle spalliere. Oltre ai due letti, nell’ambiente recentemente scavato ci sono due piccoli armadi, anch’essi conservati parzialmente come calchi, una serie di anfore e vasi di ceramica e diversi attrezzi, tra cui una zappa di ferro. Il microscavo di vasi e anfore provenienti dall’ambiente “C” ha nel frattempo rilevato la presenza di almeno tre roditori: due topolini in un’anfora e un ratto in una brocca, posizionata sotto uno dei letti e dalla quale sembra che l’animale cercasse di scappare quando morì nel flusso piroclastico dell’eruzione.

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Dettagli che sottolineano ancora una volta le condizioni di precarietà e disagio igienico in cui vivevano gli ultimi della società dell’epoca. L’esplorazione archeologica della villa di Civita Giuliana, già oggetto di scavi nel 1907-‘08, è cominciata nel 2017 grazie a una collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che insieme ai Carabinieri aveva scoperto un’annosa attività di scavi clandestini nell’area della Villa, sgominata e perseguita sia penalmente che civilmente.
 

GENNARO SANGIULIANO NEL FRECCIAROSSA ROMA POMPEI GENNARO SANGIULIANO NEL FRECCIAROSSA ROMA POMPEI

"Quanto ricostruito – dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano -conferma la necessità di proseguire la ricerca scientifica in un luogo che, grazie all’opera della magistratura e dei Carabinieri, è stato strappato al saccheggio e al traffico illecito di beni archeologici per raccontare momenti notevoli della vita quotidiana dell’antichità. [...]".
 

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"Sappiamo che i proprietari usavano diversi privilegi, tra cui anche la possibilità di formare una famiglia, seppure senza alcuna tutela legale, per legare alcuni schiavi più strettamente alla villa, anche con la finalità di averli come alleati nel sorvegliare gli altri - spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel - Quello che emerge qui è la struttura sociale della servitù che doveva impedire fughe e forme di resistenza, anche perché mancano tracce di grate, lucchetti e ceppi. Pare che il controllo avveniva principalmente tramite l’organizzazione interna della servitù, e non tramite barriere e vincoli fisici [...]".

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