IL SERVIZIO DELLE IENE: SERENA MOLLICONE UCCISA A 18 ANNI: CHI C'È DIETRO IL DELITTO DI ARCE?
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INFARTO A UN PASSO DALLA VERITÀ
Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”
Dopo 18 anni di dolore, inganni, aspettative deluse e amarezza, nelle ultime settimane aveva finalmente affiancato alla determinazione, che non gli è mai mancata nella ricerca della verità sull' omicidio di sua figlia Serena, un filo di ottimismo e speranza. La stessa a cui ora si aggrappano le persone a lui care e i tanti che ne hanno seguito la battaglia giudiziaria.
Apprezzandone il coraggio, la dignità e l' amore che hanno mosso i suoi passi quando tutto sembrava perduto. Dalla scorsa notte Guglielmo Mollicone, 71 anni compiuti quattro giorni fa, è ricoverato in terapia intensiva all' ospedale Spaziani di Frosinone. Un infarto lo ha colpito nella sua abitazione di Arce, proprio ora che l' inizio del processo ai presunti assassini (l' udienza preliminare di metà novembre è slittata a gennaio) sembra avvicinare il momento tanto atteso: «Questa volta ci siamo davvero», diceva con lo sguardo fiero e commosso non più di tre settimane fa.
Il quadro clinico è di estrema gravità. Operato d' urgenza per una angioplastica, Mollicone è intubato e privo di coscienza. Con un gesto di grande valore simbolico e umano, già in mattinata, appena avuta la notizia, sono andati a fargli visita il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Fabio Cagnazzo, e il procuratore capo di Cassino Luciano d' Emmanuele che si sono detti «profondamente addolorati».
Sono loro che assieme al comandante della stazione di Arce, Gaetano Evangelista, hanno riaperto l' inchiesta sul delitto fino a portare all' imputazione del predecessore di Evangelista, Franco Mottola, di sua moglie Anna, del figlio Marco e di altri due carabinieri lì in servizio nel 2001. Proprio in caserma la 18enne sarebbe stata aggredita e tramortita e poi lasciata morire soffocata in un campo che ora porta il suo nome: Fonte Serena.
Vedovo prima ancora di perdere Serena, l' altra figlia Consuelo da anni trasferita a Trieste, Guglielmo, oggi con la nuova compagna Miriam, ha trascorso ogni giorno da quello del delitto a inseguire la verità. Finendo addirittura tra i sospettati quando fu portato in caserma mentre si svolgeva il funerale; respingendo allusioni e menzogne sulla vita della figlia; maturando con crescente chiarezza la percezione di quanto avvenuto, prima ancora che perizie e indagini sostenessero la sua tesi: «Serena mi aveva detto di voler denunciare il figlio di Mottola per una storia di droga. Nella sua ingenuità e coraggio andò in caserma e finì in pasto ai leoni».
Nella sua cartolibreria in piazza nel paesino della Ciociaria sua figlia è ovunque. La foto sulla porta d' ingresso come un manifesto politico, il nome ricamato all' uncinetto in una cornice, il volto che spunta nei libri a lei dedicati.
SERENA MOLLICONE E IL PADRE GUGLIELMO
Quando due anni fa il corpo fu riesumato per nuovi accertamenti, Guglielmo avvertiva una privazione quasi fisica: «Mi manca non poterle portare i fiori al cimitero». Ma un successo alla fine l' ha già ottenuto: l' Arma sarà parte civile nel processo come gli aveva anticipato il comandante generale Giovanni Nistri in un incontro privato avvenuto prima dell' estate per chiedergli scusa. «Sarò in aula con il piglio combattivo di sempre per avere giustizia e far sapere a tutti chi era Serena. Ora so di non essere più solo», ripeteva soddisfatto Guglielmo.