Giulio De Santis per il 'Corriere della Sera - Roma'
Il mistero ancora non è stato risolto. Perché, dopo 6 anni, non c’è traccia dei 300 litri d’olio extravergine scomparsi dalla tenuta «Boncompagni Ludovisi» lungo la via Tiberina (a 25 chilometri da Roma). A rubarli, secondo l’accusa, sarebbe stato uno degli eredi della nobile casata: il principe Bante, 47 anni. Che ieri, sotto processo per furto, si è difeso: «Signor giudice, che me ne sarei fatto di tanto olio? Ci condivo l’insalata?».
Il colpo è stato messo a segno la sera del 27 aprile del 2012 nel borgo della famiglia, che annovera nel suo passato due papi, Gregorio XIII e Gregorio XV. Il pregiato condimento sarebbe stato portato via da un magazzino affittato alla società «Sagittario srl». Il cui accesso era stato vietato al principe. Un video di sorveglianza di quella sera mostra un uomo imponente caricarsi sulle spalle quattro bidoni contenti probabilmente l’olio extravergine. Per altro prodotto proprio dai Boncompagni Ludovisi. La figura possente, per la procura, è il nobiluomo. «L’olio è mio – ha replicato Bante, difeso dall’avvocato Luca Montanari – Ma non l’ho rubato. E d’altronde che me ne facevo?».
BANTE BONCOMPAGNI LUDOVISI BORGO BONCOMPAGNI LUDOVISI