Antonio E. Piedimonte per “la Stampa”
Faceva prostituire la figlia di dodici anni per una manciata di euro. Una storiaccia di abiezione e degrado quella che ha scosso la comunità di Castel San Giorgio e l' intera area del Salernitano, una squallida vicenda che ruotava intorno a una madre senza scrupoli, a un amico pregiudicato di 62 anni e a una bambina che come a volte succede alle vittime non si sentiva tale.
Secondo quanto emerso dalle indagini, la quarantenne - che è stata arrestata ieri dai carabinieri della compagnia di Battipaglia - grazie alla volenterosa collaborazione di un pregiudicato sessantaduenne vendeva il corpo della figlia per cifre irrisorie, a volte tra i cinque e quindici euro.
Il tutto in un clima di complicità che è emerso nitidamente sia quando i tre si sono accorti delle indagini e hanno cominciato a essere più cauti sia quando la ragazzina è stata sentita dagli investigatori e, stando a quanto trapelato, avrebbe praticamente negato tutto quanto, persino l'evidenza. Ma la Procura aveva raccolto sufficienti indizi e prove nel corso di attente investigazioni durate cinque mesi e aveva dunque ricostruito con puntualità l'intero quadro, grazie pure a diverse intercettazioni telefoniche.
Decine di conversazioni e scambi di messaggi su WhatsApp - che sono poi confluiti nell'ordinanza emessa dal gip Maria Zambrano - dalle quali era emerso innanzitutto che l'attività di prostituzione si svolgeva in prevalenza in un fatiscente casolare delle campagne del paese a Nord di Salerno, poco più di una baracca messa a disposizione da un agricoltore 70enne.
Mentre i clienti venivano procurati, in cambio di una piccola percentuale, dallo stesso «zio» che poi si occupava anche di portare in giro la ragazzina (che ieri è stata affidata agli assistenti sociali) in locali notturni, centri massaggi e altri luoghi dove poterla mostrare a uomini in cerca di emozioni proibite, in cambio di soldi ma anche di regali.
Oltre che d' induzione alla prostituzione, la donna dovrà rispondere anche del reato di estorsione continuata nei confronti di un quarantasettenne, lei stessa infatti ha confessato di essersi fatta consegnare dall' uomo somme di denaro per un ammontare complessivo di circa quattromila euro dopo averlo minacciato di riferire alla moglie dei loro rapporti e anche la circostanza - non vera - che lui fosse il padre naturale della sua seconda figlia, nata da poco.
La triste vicenda ne ricorda una analoga che si è registrata sempre nel Salernitano nel novembre del 2013, anche se in quel caso la vittima era un pochino più grande (tredici anni) e oltre alla madre i carabinieri avevano arrestato anche l' uomo che ne abusava (un sessantenne pure quella volta). Qualche mese prima invece, gli agenti del commissariato di Battipaglia avevano bloccato una coppia di bulgari, marito e moglie, che forniva documenti falsi ad alcune connazionali minorenni, ragazzine di appena 14 e 15 anni che venivano fatte prostituire sul litorale di Salerno.