Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
Esercitazioni dell'esercito russo con missili balistici mobili a capacità nucleare alle porte dell'Europa. Anzi, all'interno dell'Europa. Siamo a 140 chilometri da Danzica e 550 da Berlino (a Ovest) e 250 da Kaunas (a Est). E proprio di fronte alla Svezia e alla Danimarca sul Mar Baltico. Le prove di guerra atomica sono avvenute a Kaliningrad, exclave della Federazione russa incastonata tra la Lituania e la Polonia, eredità della seconda guerra mondiale o, più correttamente, degli accordi della Conferenza di Postdam, del 1945, con cui si assegnò all'Unione sovietica la città in cui nacque Immanuel Kant e la regione limitrofa. Allora si chiamava Königsberg, l'Urss cambiò il nome in Kaliningrad.
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DOPO L'URSS
Con la fine dell'Unione sovietica, la Federazione russa ora controlla un pezzo di territorio collegato al resto del Paese solo grazie alle navi, all'aeroporto e a un treno che passa per la Lituania in base a un accordo internazionale. Negli anni anche la popolazione di questa città di quasi mezzo milione di abitanti è divenuta di fatto solo russa, mentre nel 2018, in occasione dei mondiali di calcio, alcune partite si disputarono a Kaliningrad. Dal punto di vista militare questo pezzo di Federazione russa, incastonato tra due Paesi dell'Unione europea, ha mantenuto un marcato valore strategico.
Ecco perché l'annuncio dell'esercitazione di ieri acquisisce un significato di estrema importanza. Cosa ha detto il Ministero della Difesa di Mosca? Le forze russe si sono esercitate in attacchi virtuali con missili balistici in grado di portare testate nucleari, sono stati simulati lanci elettronici di missili Iskander, che hanno una gittata di 700 chilometri. Dunque, potenzialmente possono raggiungere non solo Berlino, ma anche Copenaghen, Stoccolma, Helsinki, Varsavia, per fare alcuni esempi.
Nell'esercitazione sono stati impegnati cento soldati che hanno simulato anche operazioni in particolari situazioni di emergenza come la presenza di radiazioni e contaminazione chimica; sono stati provati attacchi singoli e multipli su sistemi antiaerei, aeroporti, infrastrutture protette, posti di comando nemici.
Un mese fa, con una dichiarazione riportata dalla Tass, Vladimir Dzhabarov, un senatore russo, aveva minacciato: «Se i Paesi occidentali bloccano l'accesso a Kaliningrad, sapremo come rompere quel blocco». Il timore era quello di un blocco navale che sigillasse la regione e le esercitazioni di ieri possono avere anche quel significato: non isolate Kaliningrad, perché ci saranno gravi conseguenze.
TEMPI
In realtà, alla luce della tempistica scelta, questa prova di forza può nascondere anche altri messaggi all'Europa. In primis, i destinatari possono essere Stoccolma ed Helsinki. Sia la Svezia sia la Finlandia stanno valutando di avviare la richiesta di adesione alla Nato. La fase di transizione, tra la domanda e l'accettazione, è particolarmente rischiosa, perché fino a quando non sarà completato il percorso non vi sarà un automatismo nell'intervento militare della Nato in caso di aggressione russa.
Non a caso, nell'ultima settimana sia il Regno Unito sia gli Stati Uniti hanno fatto trapelare: siamo pronti a dare sostegno a Svezia e Finlandia, in caso di un attacco dell'esercito di Putin, anche prima del completamento del processo di adesione alla Nato. A Kaliningrad i russi hanno la flotta sul mar Baltico, due basi aeree, missili Iskander e un numero imprecisato di soldati, comunque nell'ordine di alcune migliaia. La simulazione di lanci di missili con testate nucleari serve, nel linguaggio di Putin, anche a dissuadere Svezia e Finlandia ad avviare il loro processo di adesione alla Nato.
Ma soprattutto rappresenta una minaccia più generale ai Paesi occidentali che continuano a inviare materiale bellico e sostegno all'Ucraina. Di fatto Mosca, che sta intensificando la pressione a Est, nel Donbass, a Occidente conta su due avamposti anomali, sia pure con caratteristiche differenti, che rappresentano una minaccia: Kaliningrad, territorio a tutti gli effetti russo dove in queste ore si stanno anche addestrando per i festeggiamenti del 9 maggio (data simbolo per i russi che ricorda la sconfitta del nazismo, previsti i fuochi d'artificio al Parco della vittoria); e la Transnistria, ai margini della Moldavia, repubblica che si è autoproclamata indipendente, fedele a Mosca.