Estratto dell’articolo di Giampiero Valenza per “il Messaggero”
Per un piatto di spaghetti all'arrabbiata, quello con il sugo di pomodoro un po' piccante, a buon diritto ci si può arrabbiare davvero. E altrettanto capita per una pizza, per il ragù e per un'amatriciana: per farle in casa ora si spende molto ma molto di più.
Un po' perché il conflitto tra Russia e Ucraina ha fatto rivedere al rialzo i prezzi del grano (e quindi, di farine e pasta), un po' perché al supermercato ci sono meno pomodori in circolazione.
Nelle scorse settimane un clima insolitamente freddo nel Nord Africa ha ridotto le produzioni di pomodori che erano già state colpite da periodi di caldo e siccità. Le tempeste nello specchio di mare tra Marocco e Spagna hanno poi rallentato le consegne. In aggiunta a ciò, il governo del Paese del Maghreb ha deciso per una sospensione delle esportazioni per evitare che i marocchini potessero pagare il prezzo di scaffali vuoti di un prodotto che loro stessi coltivano in quantità […]
In Italia il razionamento non c'è, ma di ciliegini e datterini d'importazione se ne trovano meno e i prezzi sono ormai alle stelle. «Il Marocco ha deciso di contingentare le esportazioni dei pomodori e così registriamo un calo del prodotto importato. Succede anche per i pomodori che transitano attraverso la Spagna - spiega Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, la rete che riunisce i mercati italiani all'ingrosso - L'Italia ancora oggi resiste grazie ai pomodori che vengono dalla Sicilia, ma in alcune città come Napoli, Padova e Bergamo la presenza dei ciliegini ai banchi dell'ortofrutta comincia a scarseggiare.
Anche a Roma si segnala un calo della disponibilità del prodotto, ma comunque la crisi sembra più contenuta. In tutto il Paese si registra un aumento dei prezzi di tutte le qualità dei pomodori di almeno il 30% rispetto alle medie del periodo». […]
Non c'è solo il rincaro sul condimento a condizionare l'amatriciana delle famiglie italiane. Anche la pasta costa di più a causa della guerra tra Kiev e Mosca. Secondo un'analisi di Assoutenti a febbraio di quest'anno il prezzo al chilo è cresciuto del 19,7% rispetto ai dodici mesi dell'anno precedente. […] Vietata dal galateo, pure la scarpetta ora ha prezzi proibitivi: il pane fresco più salato ora è venduto a Bolzano (6,21 euro al chilo) e a Venezia (5,91). La meno cara è Napoli (2,18 euro al chilo): una differenza del 185% rispetto all'Alto Adige.
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