Luca Fiorucci per www.lanazione.it
Quattro medici e due infermieri dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia sono indagati per la morte di un 40enne trovato con un ago (apparentemente da insulina) in uno dei bronchi. Vincenzo Bosco, questo il nome della vittima, era entrato in ospedale lo scorso 22 aprile per sottoporsi a un intervento in day surgery al setto nasale. Un’operazione ’programmata’ che avrebbe dovuto durare poche ore e che invece si è trasformata in tragedia.
Sembra infatti che subito dopo l’anestesia in sala operatoria il paziente abbia iniziato ad accusare problemi respiratori. Di lì la sospensione dell’operazione, che non sarebbe nemmeno cominciata, e la richiesta di accertamenti, che ha portato a rivelare l’inquietante presenza di un ago di circa due centimetri in uno dei bronchi.
La tac prima, la radiografia poi, hanno infatti evidenziato la presenza del corpo estraneo, subito rimosso in broncoscopia. Una volta aspirato l’ago, la difficoltà respiratoria sembrava essere stata superata, ma, per ragioni da accertare, nell’arco di quattro giorni, le condizioni del 40enne sono precipitate, fino alla morte.
La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, inviando gli avvisi ai quattro medici e ai due infermieri dell’equipe che avrebbe dovuto operare l’uomo. Giovedì il medico legale Massimo Lancia, su delega degli inquirenti, eseguirà l’autopsia alla presenza dei consulenti nominati dalle parti.
Ci sono da chiarire le cause esatte della morte di Vincenzo Bosco, se in qualche modo possano essere riconducibili alla presenza dell’ago nei bronchi, ma anche capire in quale circostanza quell’ago possa essere finito nel suo corpo, chissa, magari dopo essersi spezzato?
La formazione di fibrosi intorno all’ago stesso, che sarebbe stata evidenziata dagli accertamenti strumentali fatti, farebbe pensare a una presenza relativamente datata, ma sarà l’autopsia a chiarirlo e l’inchiesta a fare luce sull’accaduto ricostruendo la storia recente della vittima che circa un anno fa sembra avesse subito un altro intervento sempre in otorinolaringoiatria, ma in un altro ospedale umbro.
Eventuali collegamenti non sono al momento possibili, si tratta di concomitanze da verificare nel corso delle indagini. Vincenzo Bosco, viveva a Nocera Umbra con la compagna Shana, la loro figlioletta Emily di tre anni e un fratello disabile, Aniello (disperato per la sua perdita) di cui si occupava praticamente a tempo pieno.
Una morte inaspettata che ha profondamente colpito la comunità nocerina, ancora incredula. Tutti si sono stretti intorno alla compagna Shana che, raggiunta da La Nazione, non ha voluto commentare l’accaduto rinviando ogni dichiarazione alla prossima settimana.