Estratto dell'articolo di Elisabetta Andreis per www.corriere.it
Alto e magrissimo, una trentina d’anni, origini marocchine: Mouad (nome di fantasia) ha iniziato nel marzo del 2019 a lavorare in «prima linea» nel cuore dello spaccio a Rogoredo come pusher e palo. […]
«Prima c’erano alcune regole non scritte che eri obbligato a seguire: almeno noi con tanta esperienza non facevamo entrare ragazzi troppo giovani né donne incinte, anche per ragioni di sicurezza. Adesso è saltato tutto: l’unico obiettivo è fare in breve tempo fluss (i soldi, ndr). Non ci sono più scrupoli di nessun tipo, nessuna remora, nessuna umanità». Dentro l’area di spaccio che si è spostata vicino ai binari del treno, […] vive una ragazza incinta al nono mese: «Sta tra le baracche e le tende che sono state costruite per attirare la gente... Per le ragazze funziona così, se c’è una bionda con gli occhi azzurri è come avere una Ferrari, si vende per una dose, poi man mano resta incinta o si spegne e viene buttata via come fosse una merce da poco».
Continua Mouad: «Tra noi lo chiamiamo “Cimitero dei viventi” o anche “pronto soccorso” aperto 24 ore su 24 sette giorni su sette, che piova o faccia un caldo torrido. Scavalchi il muretto, entri dentro e ti curi, o meglio ti uccidi». Con un euro puoi «assaggiare», con due ti compri un punto; con sette hai sia coca sia ero sulla bilancia «e non ti serve nient’altro per ore».
[…]«Il clan marocchino El Mansouri controlla ingressi e uscite, ma certo non da solo. Chi comanda non viene mai arrestato: resta al centro fino a quando non viene “punito”». […] L’eroina viene tagliata con il Krokodil che potenzia l’effetto «anche tre volte» ma è una sostanza «da cui è quasi impossibile disintossicarsi. Per aumentare il peso viene aggiunto anche il metadone così hai due scoppiature, due momenti di flash ma anche infezioni dolorosissime: quella sostanza ti mangia la pelle».
All’inizio lui spacciava soltanto senza farsi ma dopo poco è diventato tossicodipendente e lo è stato per anni. Da qualche settimana è in comunità e prova a disintossicarsi, fortunato per avere trovato un posto che lo ha accolto[…] «Nel boschetto il clan vendeva più di un chilo e mezzo di eroina e quasi uno di coca al giorno, si fa presto a calcolare il giro d’affari. Ognuno di noi doveva piazzare dieci pacchi, cioè cinque grammi di coca e 20 grammi di eroina. Davamo ai capi 650 euro e noi guadagnavamo 100, meno quello che ci serviva per farci. Adesso le quantità sono un po’ diminuite anche perché c’è la concorrenza della “Casa rossa” vicino al Corvetto dove comanda uno che si fa chiamare Felix».
Alla «Casa» lavora tanta gente, «la droga è meglio di Rogoredo anche se costa un po’ di più e non rischi di essere rapinato dai tunisini che a Rogoredo sono diventati aggressivi. Ma la compri in buste chiuse, ti devi fidare: la bilancia non c’è neanche». […]
boschetto di rogoredo 6 boschetto di rogoredo 4 boschetto di rogoredo 7 boschetto di rogoredo 5 boschetto di rogoredo 14 EX BOSCHETTO DELLA DROGA A ROGOREDO