"SAMAN ERA TERRORIZZATA DA SUO PADRE. GIÀ DUE ANNI FA RIFIUTÒ DI SPOSARSI" - IL RACCONTO DEL FIDANZATO DI SAMAN ABBAS AI CARABINIERI: “VOLEVA BENE SOLO AL FRATELLO” - NELLO SCORSO OTTOBRE LA RAGAZZA SI ERA RIVOLTA A DEGLI ASSISTENTI SOCIALI PER TIMORE DEI FAMILIARI, MA PERCHE’ E’ TORNATA A CASA? - IL VIDEO DEL PADRE CON LO ZAINETTO VERDE DELLA FIGLIA APPENA DOPO LA SUA SCOMPARSA RAFFORZA LA PISTA DELL'OMICIDIO...

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Alessandro Fulloni per il “Corriere della Sera”

 

SAMAN ABBAS SAMAN ABBAS

«Già due anni fa Saman si era opposta a un primo matrimonio combinato dal padre» con un parente in Pakistan. Voleva «denunciarlo allora» ma poi non lo fece, forse troppo giovane per fronteggiare in modo così lacerante la volontà dell' uomo. Ma il suo no al padre Shabbar, 46 anni, era stato comunque tassativo. 

 

Come tassativo era stato, successivamente, «il rifiuto delle nozze con il cugino» previste lo scorso 22 dicembre e per le quali l' intera famiglia Abbas - un gruppo numeroso, con gli uomini tutti impegnati nel lavoro in campagna, nel Reggiano - aveva già acquistato i biglietti aerei.

 

A raccontarlo ai carabinieri è stato il fidanzato della stessa diciottenne pachistana sparita nel nulla a Novellara, dove viveva. Si tratta di un suo connazionale ventunenne, residente in Italia ma lontano dall' Emilia, conosciuto sui social nel 2019.

 

saman abbas saman abbas

Una storia d' amore portata avanti dai due ragazzi soprattutto restando in contatto costante sui social. Ma a partire dall' estate scorsa il sentimento, sempre più importante, li aveva spinti a vedersi più volte. Questo anche quando Saman era stata portata al centro protetto nel Bolognese dopo essersi rivolta, nello scorso ottobre, ai Servizi sociali del Comune di Novellara raccontando tutto quello che non era più disposta a sopportare in casa sua. Dove viveva praticamente da reclusa «senza nemmeno poter uscire per andare a fare la spesa».

 

SAMAN ABBAS PADRE SAMAN ABBAS PADRE

«Lei mi diceva che aveva paura» ha spiegato nei giorni scorsi il giovane agli investigatori del Reparto operativo reggiano diretto da Stefano Bove che lo hanno messo sotto protezione, a casa sua.

 

Anche il ragazzo, infatti, è stato minacciato da Shabbar, sebbene non direttamente, ma con parole riferite dalla figlia, «terrorizzata» per le frasi del padre che, in qualche modo, le aveva fatto sapere che di quel ragazzo proprio non voleva saperne.

 

Non solo. Saman temeva anche «lo zio e i cugini» che sapeva la «stavano cercando» ovunque. A dirlo al Tg2 è stato un altro giovane pakistano - che sarà anche lui ascoltato dagli investigatori - conosciuto dalla giovane sui social.

 

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«Mi aveva raccontato del suo fidanzamento osteggiato in famiglia e del suo sogno» semplice: quello di «fare la barista, aveva anche chiesto agli assistenti sociali se poteva frequentare dei corsi».

 

«Voleva bene solo al fratello - ha proseguito il ragazzo, di nome Amjad -, l' unico della famiglia che le mancasse».

 

E che presto, in incidente probatorio, sarà chiamato a confermare quel che ha detto appena fermato mentre stava cercando di raggiungere la Francia: ovvero che sua sorella era stata uccisa.

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L' 11 aprile Saman, oramai maggiorenne, ha deciso di lasciare volontariamente il centro per tornare a casa e questo «nonostante gli assistenti sociali l' avessero avvertita - spiega la sindaca di Novellara Elena Carletti - di quali rischi avrebbe corso, anche allontanandosi senza dare comunicazioni» come aveva già fatto altre volte. Ma perché davvero Saman sia tornata dai genitori non è chiaro. È assai probabile che sperasse in una riconciliazione, come ipotizza uno degli investigatori. E forse voleva convincere il padre a restituirle la sua carta d' identità, rimasta nelle mani di lui.

 

il video del funerale senza salma pubblicato dal padre di saman abbas il video del funerale senza salma pubblicato dal padre di saman abbas

Un documento che le avrebbe consentito magari di varcare frontiere, viaggiare, progettare il futuro assieme al suo compagno con il quale era rimasta in contatto anche in quelle due settimane trascorse in famiglia, prima di essere ripresa l' ultima volta in un video, nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, mentre esce di casa, con indosso un abito tradizionale pakistano e uno zainetto verde sulle spalle. È assieme al padre e alla madre, Nazia Shaheen, 47 anni. Le immagini mostrano Saman mentre con i genitori s' incammina lungo un viottolo sterrato, circa cento metri, che delimita l' azienda agricola in cui lavorava il padre.

 

Qui sarebbe scattata la trappola mortale per la ragazza, convinta chissà con quale scusa a uscire a quell' ora, con il buio. La telecamera riprende Abbas mentre si ferma, apparentemente armeggiando con il cellulare. Chissà con quale stato d' animo dentro, è Nazia ad accompagnare per qualche metro ancora la figlia. Poi il nulla. I genitori rientrano, ma di Saman non c' è più traccia, a quel punto presa in consegna dallo zio Danish Hasnain, 33 anni - stando al racconto del fratello - che l' attendeva più avanti e accusato materialmente del delitto. Un quadro investigativo confermato anche dalla localizzazione delle «celle» dei telefonini.

SAMAN ABBAS SAMAN ABBAS

 

Ma è terribile quel che hanno visto poi i carabinieri, e raccontato da Sky TG24 , in un terzo video di poco successivo al precedente. Abbas viene inquadrato mentre esce nuovamente di casa, ripercorre il viottolo e ricompare circa un quarto d' ora dopo. Ha con sé lo zainetto verde della figlia.

 

Che a quel punto sarebbe stata già uccisa e sotterrata chissà dove nelle vicinanze. E anche di quello zainetto, che forse conteneva tutte le speranze che Saman coltivava per il suo futuro, non c' è più traccia.

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