Floriana Rullo per il “Corriere della Sera”
Le hanno attirate nei bagni di una piscina di Cuneo, in Piemonte, per poi stuprarle.
Vittime due 15enni cadute nella trappola di un gruppo di adolescenti, che loro hanno descritto come «tutti tatuati» e che poco prima avevano rubato loro occhiali e cellulare per poi costringerle a seguirli nel tentativo di recuperarli.
Così, quello che sembrava un dispetto tra ragazzini scoppiato per un rifiuto a delle avances, si sarebbe trasformato invece in una doppia violenza sessuale.
A fare chiarezza sulla vicenda, su cui vi è massimo riserbo, la Procura di Cuneo a cui i genitori delle due 15enni si sono rivolti dopo aver ascoltato il racconto delle figlie. Una violenza che risalirebbe ad un mese fa quando le due giovani, per festeggiare la fine della scuola, complice il grande caldo, avevano deciso di andare insieme in una delle piscine della città. Una giornata trascorsa in compagnia di altri amici tra relax, tuffi e divertimento. Almeno fino a quando, nel tardo pomeriggio, il resto della compagnia sceglie di tornare a casa lasciando le due ragazze sole.
Così in attesa dell'arrivo dei genitori, le 15enni decidono di fare un ultimo bagno prima di andare.
Ma arrivate vicino alla vasca si accorgono di essere state seguite dal gruppo di giovani che, poco prima, stava chiacchierando sotto un ombrellone poco lontano. I ragazzi prima provano a corteggiarle tra avances e richieste di «fare un giro insieme». Poi, incapaci di rassegnarsi al loro rifiuto, le seguono mentre, infastidite, lasciano la vasca per raggiungere le loro sdraio. È lì che iniziano quelli che sembrano banali dispetti tra giovanissimi. Uno strappa il cellulare, l'altro gli occhiali.
Alle ragazze non resta che tentare di riprendere le loro cose andando all'ombrellone dove si trova il resto del gruppo di amici. Ed è a quel punto che sarebbe scattata la trappola. Senza pensarci troppo, uno dei ragazzi si offre per accompagnare una delle due a riprendere il telefono. La tira prima per un braccio fino alla porta dei bagni. A quel punto la spinge dentro dove gli altri amici li stavano attendendo. Stesso copione per l'altra che, non vedendo più l'amica, preoccupata, si avvicina al gruppetto per avere notizie. «Andiamo a vedere che cosa succede», le dicono, per poi spingerla dentro un'altra toilette.
Entrambe subiscono violenze per quasi un quarto d'ora. Abusi finiti solo quando una delle due, dopo essersi liberata, con la scusa dell'arrivo dei genitori, chiama l'amica al telefono, spaventando così i suoi aguzzini. Così le due 15enni riescono a fuggire. Alle ragazzine, sconvolte, ci vuole un'intera sera per raccontare ai genitori quanto accaduto. Sono loro a chiamare i carabinieri, denunciare gli abusi e portare le due amiche, sotto choc, in ospedale dove vengono riscontrati i segni degli abusi. Sulla vicenda la Procura ha aperto un fascicolo per violenza sessuale.
Continuano intanto le indagini anche a Stresa, nel Verbano, dove una ventenne di origini dominicane ha denunciato di aver subito abusi da quattro amici, tra cui una ragazza. Il gruppo si trovava sulla spiaggia, dove la vittima è stata immobilizzata dal gruppo. Sui quattro indagati per stupro è stato prelevato il dna per confrontarlo con quello ritrovato sul corpo della ventenne.