Andrea Camurani per il “Corriere della Sera”
La lezione di rispetto e tolleranza finisce con una svastica disegnata in classe e un pugno in un occhio alla docente, con tutta la scuola che prende una posizione ferma e chiede una punizione «esemplare». Succede in un istituto superiore di Gallarate noto per essere fra le eccellenze dal punto di vista della qualità didattica, un «tecnico statale» che raccoglie studenti da gran parte della zona Sud del Varesotto.
Il fatto è avvenuto qualche settimana fa, ma solo ieri gli insegnanti hanno voluto intervenire in modo corale sull'accaduto attraverso una sorta di «lettera aperta»: troppo gravi i fatti per lasciarli relegati fra i banchi e i corridoi della scuola, e che anzi - si legge tra le righe del messaggio - vanno resi pubblici per far sapere che non si vuole far finta di niente: «Talvolta siamo costretti a vivere eventi estranei al contesto a cui vorremmo appartenere, che non rispecchiano i valori della comunità che li subisce e rispetto ai quali la stessa manifesta profondo sdegno», scrivono i professori.
Ma facciamo un passo indietro. Tutto si svolge, secondo la ricostruzione della dirigenza scolastica, il 18 ottobre. La professoressa di Lettere, giovane precaria assunta a tempo determinato, è alle prese con una lezione dedicata al tema del rispetto in una classe seconda, quando si trova sulla cattedra un foglio con disegnata una svastica.
La prof chiede chi sia il responsabile, ma in classe nessuno apre bocca. Qualcuno, tuttavia, indica con lo sguardo uno studente, un ripetente, che viene a quel punto fatto uscire dall'aula. Al termine delle lezioni, sempre secondo la versione della scuola, il ragazzo è tornato in classe, ha spintonato i compagni «spioni» e alla docente, intervenuta per calmarlo, ha sferrato un pugno in faccia.
Il ragazzo è stato allontanato dalla scuola dal dirigente scolastico, in quel periodo fuori sede: «Ho deciso di farlo per proteggere la comunità scolastica - spiega - al mio rientro in istituto, la settimana successiva, ho convocato tutti gli studenti in cortile per affrontare la questione. In molti hanno manifestato profondo sdegno per l'accaduto».
L'insegnante colpita ha portato in faccia per giorni i lividi dovuti all'aggressione, «e mi risulta che abbia sporto denuncia», specifica il dirigente che ha incontrato il ragazzo assieme ai genitori, i quali «hanno apprezzato la decisione presa, cioè l'allontanamento del figlio dalla scuola». La vicenda, dunque, non finirà qui.
È probabile che lo studente perderà l'anno: il consiglio di classe ha proposto una sospensione per il resto dell'anno scolastico, una «pena esemplare» che dovrà essere valutata e approvata a giorni dal consiglio d'istituto. «Insegno qui dal 2007 e non è mai capitata una cosa del genere», spiega un altro professore. «Episodi del genere minano la serenità della scuola e non possono venir tollerati. Va garantito un ambiente di lavoro sicuro per l'incolumità sia dei professori che dei nostri ragazzi».