Rosita Rijtano per “la Repubblica”
Tagli sulle braccia e una foto pubblicata su Facebook. La protagonista è una studentessa di 14 anni di Ravenna, in Emilia Romagna, dove ora la Polizia postale indaga su un possibile nuovo caso di Blue Whale: una sorta di roulette russa che sfiderebbe i giovani a compiere cinquanta prove estreme in cinquanta giorni, fino al suicidio. Una storia finita bene, quest' ultima: lo scatto postato sul social network, infatti, ha allarmato la scuola che ha avvertito famiglia e autorità. Ora la ragazza è in salvo, ma si tratta dell' ennesimo caso in pochi giorni che si sospetta legato a questo fenomeno del web.
Tutto è partito da Pescara. Qui una tredicenne, dopo essersi sentita male a scuola, ha raccontato di aver partecipato alla sfida. Da allora è stata un' escalation di episodi, che coinvolgono adolescenti tra i 12 e i 18 anni. La procura di Udine, in Friuli Venezia Giulia, ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio a carico di ignoti, vittima una 13enne.
BLUE WHALE TATUAGGIO COL SANGUE
Stessa situazione a Moncalieri, un comune alle porte di Torino, dove i carabinieri stanno analizzando il pc di una ragazza di 16 anni dopo la segnalazione di un preside preoccupato dai tagli sospetti su braccia e labbra della giovane. Il Garante dell' infanzia e l' adolescenza delle Marche ha deciso di monitorare la situazione, dopo un caso di autolesionismo che ha visto come protagonista uno studente di Ancona.
In totale al momento si contano oltre cinquanta casi sospetti, al vaglio della Polizia postale. «Le segnalazioni sono tantissime», spiega Geo Ceccaroli, direttore del compartimento Polizia postale dell' Emilia Romagna. Non sono mancati i falsi allarmi. A Roma un ragazzo ha dichiarato di partecipare alla Blue Whale solo per attirare le attenzioni degli amici. Su WhatsApp si moltiplicano i messaggi, anche da parte di genitori, che chiedono di «fare attenzione » in una sorta di psicosi collettiva.
Eppure la Blue Whale (tradotto: balena azzurra) più che un fatto è un mito: un rumor, cioè una notizia difficilmente verificabile, nata in Russia. Si verrebbe ingaggiati tramite la Rete: social network, forum, chat. Poi si gioca, compiendo una serie di gesti al limite, fino alla prova finale: togliersi la vita. Ad orchestrare il tutto, un cosiddetto curatore: sarebbe lui a guidare i ragazzi prova dopo prova, impartendo gli ordini.
Il primo a parlarne è stato il quotidiano di Mosca Novaya Gazeta che ha collegato al Blue Whale 130 suicidi avvenuti in Russia fra l' autunno 2015 e la primavera 2016. Un servizio delle Iene ha portato il gioco del suicidio all' attenzione del pubblico italiano, raccogliendo quattro testimonianze di ex giocatori. La Polizia postale non sottovaluta il fenomeno, ma «è ancora tutto da esplorare - spiega Ceccaroli - non sappiamo se si tratta di emulazione o se dietro la Blue Whale ci sia una mente criminale, e nemmeno se i ragazzi vengano poi incoraggiati a compiere questi atti estremi da altri coetanei».