Carlo Bellotto per http://mattinopadova.gelocal.it
Ci siamo, la resa dei conti è arrivata per don Andrea Contin, l’ex parroco di San Lazzaro travolto dallo scandalo delle sue numerose amanti. Il sacerdote 50enne, di Busiago di Campo San Martino a fronte della chiusura delle indagini del pubblico ministero Roberto Piccione ha deciso di provare a chiudere i conti con la giustizia con un anno di reclusione, pena sospesa e versando 11.500 euro di risarcimento alla vittima (peraltro non richiesti dalla stessa). La procura è d’accordo ma la decisione finale è demandata al giudice Cristina Cavaggion che deve dare il via libera, se ritiene la pena congrua. L’udienza preliminare sarà fissata entro pochi giorni.
Sospeso dal sacerdozio in vista della dimissione allo stato laicale (proposta dal vescovo, l’ultima parola al Vaticano), don Andrea aveva ammesso subito: faceva sesso, aveva avuto relazioni con 5 donne, organizzava orge in canonica pure con uomini di colore. La procura gli contesta tre episodi (con la stessa vittima) per violenza, lesioni e minacce. Per i reati di favoreggiamento alla prostituzione e violenza privata è lo stesso pm a chiedere l’archiviazione, non ci sono prove. Come pure per l’illecita detenzione di una pistola. L’analisi dei conti correnti del parroco non hanno evidenziato nulla di anomalo, è emersa solo una gestione un po “allegra” del conto della parrocchia, comunque nulla che configuri un illecito penale.
In merito al reato di favoreggiamento della prostituzione, come detto, nulla è emerso: gli investigatori non sono riusciti a trovare nessuno che avesse pagato per partecipare ad incontri amorosi tra don Andrea e l’amata di turno, com’era emerso in sede di denuncia.
Una ventina di amanti-parrocchiane sono state interrogate in questo anno di indagini: diverse hanno confessato di aver fatto sesso con il prete. Sono stati sequestrati foto e video in file o in formato vhs (nella copertina anche il nome di un papa). Lesioni volontarie aggravate, anche dall’uso di un coltello, e poi minacce di morte sempre aggravate. Vittima un’impiegata 50enne di un ente pubblico, divorziata e madre di una figlia residente in un Comune dell’hinterland.
È lei l’amante tradita che prima lo aveva segnalato alla Curia nell’ottobre 2016, poi l’ha denunciato. È a lei, assistita dall’avvocato Ernesto De Toni che andranno (nel caso) gli 11.500 offerti. Nel capo d’imputazione si citano tre pestaggi subiti dall’ex e le minacce ricevute in altre due occasioni.
Il 23 dicembre 2012 don Andrea e l’ex sono nella cucina della canonica a luci rosse. Litigano, lui afferra un coltello e lo punta alla gola, minacciandola di morte. Poi uno scatto d’ira e la colpisce a pugni. L’altra serie di botte contestate è del giugno 2013 (prognosi 2 mesi). Questo il racconto della vittima: «Mi scaraventò a terra senza motivo, per la sua gelosia pestandomi a mani nude e con calci».
LA PARROCCHIA DI SAN LAZZARO DI PADOVA DI DON ANDREA CONTIN
Nel giugno 2014, ancora in canonica, un altro pestaggio (prognosi di 20 giorni). Tre mesi più tardi, a settembre, ancora un’aggressione: don Contin, con un sasso in mano, minaccia di spaccare la testa all’amante. Tanto potrebbe bastare per chiudere i conti con la giustizia senza un processo pubblico, beneficiando perlopiù di uno sconto della pena. Questa la scelta del prete.