Carlo Macrì per corriere.it
Una truffa al Servizio sanitario nazionale per circa 180 mila euro per prescrizioni mediche di «Oxycontin», un farmaco solitamente in uso per la terapia del dolore utilizzato, invece, dagli spacciatori come sostanza stupefacente. Un medico di base sospeso dal servizio indagato per redazione illegale delle prescrizioni e tre farmacisti compiacenti interdetti indagati con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Nove spacciatori sono finiti ai domiciliari, di cui sei con il braccialetto elettronico. L’inchiesta condotta dalla procura della Repubblica di Cosenza ha messo in evidenza uno spaccato che il procuratore capo Mario Spagnuolo ha definito « inquietante» visto che si è scoperto un traffico di «droga di Stato».
Il meccanismo delle prescrizioni sanitarie avviato dal medico di base con 800 mutuati, sarebbe iniziato -come accertato dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza e dai Nas -, dal 2016, ma i riscontri investigativi farebbero pensare che esisteva già da molto tempo prima. Il dottor Francesco Galli - hanno verificato i carabinieri – negli ultimi 4 anni ha prescritto circa 7.000 ricette di «Oxycontin» a spacciatori, tra l’altro esentati dal ticket, che provvedevano a presentare in un’unica farmacia di Luzzi(Cs) di proprietà della dottoressa Angela Pugliano e dai figli Giuseppe e Pasquale Carnovale. Il farmaco è generalmente somministrato a malati oncologici terminali: ne bastano tre capsule al giorno. Ogni scatola costa al Servizio sanitario 80 euro e contiene 28 pillole. In più occasioni ne venivano prescritti due scatole al giorno. Nella ricetta veniva indicato anche il dosaggio, 20 milligrammi, che gli spacciatori modificavano facendo risultare da 80.
I tossicodipendenti assumevano solo parte delle pasticche, mentre la restante la rivendevano ad altri tossici al mercato nero. Il dottor Francesco Galli era ben consapevole del danno materiale ed economico delle sue prescrizioni. «Tu non hai titolo a prendere questo farmaco. Ma ti rendi conto che sono anni che fate ‘ste cose…? Anni…». L’inchiesta è stata avviata dopo una segnalazione che l’Asp di Cosenza ha inviato in procura relativa al numero spropositato di prescrizioni di «Oxycontin».
Da quel momento l’inchiesta affidata al sostituto procuratore Margherita Saccà avvalendosi di intercettazioni telefoniche e ambientali e di video ha evidenziato il vasto traffico della sostanza terapeutica che anzichè servire ad allietare il dolore dei malati cronici, ha favorito in città il proliferare dell’assunzione sotto forma di oppiaceo, allargando la platea dei tossicodipendenti. L’uso degli oppiacei, naturalmente destinate alla terapia del dolore, nel mondo delle tossicodipendenze è ben noto negli Stati Uniti d’America come dimostrano le ultime rilevazioni secondo le quali, il mix eroina più “Fentanyl”, è la quinta causa di morte nello Stato americano.