Fabrizio Peronaci per il “Corriere della sera - Edizione Roma”
Quante gliene dissero, un quarto di secolo fa, quando il suo nome e la foto rimbalzarono su tutti i giornali e in tv «Ma sei matta, alla tua età! Un bambino stanca, non dorme, vuole mille cure. Come farai a stargli dietro?» Tanti andavano dritti al punto. «E poi sei sicura di come starai in salute? La vecchiaia è ingrata. Mica lo decidi tu quanto dura» Quanto? Tiè.
Come si sente, signora, alla bella età di 87 anni?
«Bene, mi hanno appena rinnovato la patente! A casa, ora che non c'è più mio marito, buon'anima, me la cavo da sola. Cucino, stiro, spazzo, accudisco mio fratello malato.
Dovrei solo prendere una donna per lavare i vetri e staccare le tende, perché arrampicarmi in cima alla scala è pericoloso»
Eccola, Rosanna Della Corte, la mamma-record d'Italia (primato imbattuto), alla quale il figlio partorito in età da nipoti ha portato fortuna. Quel 18 luglio 1994, alle 10 di mattina, nella clinica Villa Luisa di Roma, lei, da tempo in menopausa, diede alla luce Riccardo, 3 chili e 270 grammi di gioia e salute. Mamma a 62 anni. Un sogno realizzato grazie alla fecondazione assistita del dottor Antinori, il discusso ginecologo da sempre nelle polemiche, di recente condannato per un traffico di ovociti. Diventò una celebrità, Rosanna. Sul portone di casa, a Canino, piccolo centro del viterbese, lei e il marito Mauro appesero il fiocco azzurro che per settimane attirò un esercito di cronisti e operatori tv.
Si parlò di esclusive da 400 milioni di lire per le immagini del piccolo.
Si fa una risata. «Ma quando mai! Con le foto concesse a un settimanale, pagai la clinica. Tutto qua. Quante ne sparate, voi giornalisti! Magari mi avessero dato quei soldi! Ora Riccardo starebbe qui con me e non fuori paese, lontano»
Già, la mamma sta benone. Ma il figlio?
«Bene anche lui, grazie. Mai avuto un problema, un orecchione, una notte insonne. Un ragazzo d'oro, buonissimo. Però da un annetto non c'è. Lui non ha studiato tanto, ha fatto solo l'istituto per geometri, e si è dovuto accontentare. E' andato a Milano, a lavorare in un ristorante, ma speriamo che non si trova una fidanzata, altrimenti non torna. Io non volevo, ma lo capisco, mica poteva restare qui a coltivare la terra che ci ha lasciato mio marito».
Suvvia, a 25 anni un giovanotto diventa autonomo.
«Sì, effettivamente lo abbiamo viziato. Soprattutto il babbo gliele dava sempre vinte. Ma lei sa perché?»
Racconti.
«Un immenso dolore. Prima di lui c'era Riccardo grande. Nel 1991, quando aveva 17 anni, me l'ammazzarono mentre andava al mare in Vespa. Una macchina gli tagliò la strada. Io ero morta, distrutta. Persi 25 chili. Vivevo al cimitero, dormivo persino davanti alla tomba e, se c'erano tuoni e lampi, gli dicevo "figlio mio, non avere paura, c'è mamma" . Mio marito capì che l'unica strada era tentare di averne un altro, e mi spronò».
Così andaste da Antinori?
«No, prima provammo con l'adozione. Andavo a chiedere negli orfanatrofi, al comune di Roma, dagli assistenti sociali. Niente. Una mattina io e Mauro uscivamo da un istituto di suore, dove mi avevano respinto dicendo che ero vecchia, e scoppiai a piangere.
Vidi un'edicola e gli chiesi di comprarmi una rivista, per distrarmi. Lui prese 'Stop'. Arrivati a casa, in cucina, mi cascò l'occhio sulla storia di una mamma a 50 anni, con l'inseminazione artificiale. Lo chiamai: "Oh Mauro, guarda 'sta signora"»
E la mattina seguente eravate dal ginecologo.
«Esatto, senza appuntamento. C'era un sacco di gente, ma il professor Antinori mi fece entrare. Gentile, umano. E tutto andò per il meglio».
Nato al primo tentativo.
«Veramente no, Riccardo piccolo me lo sono conquistato! La prima volta che ho fatto l'inseminazione era il 27 luglio, all'ora che era morto Riccardo grande, ma dopo 40 giorni ho abortito. Abbiamo insistito. Ogni due mesi andavamo a Roma e, per non strapazzarmi, prendevamo una stanza d'albergo davanti alla clinica. Avevo quasi perso la speranza, quando alla settima inseminazione rimasi incinta! Una gravidanza bellissima, senza problemi»
E il 18 luglio 1994 nacque una star: la mamma, non il figlio.
«Un po' è vero, ma non mi sono montata la testa! Mi ha dato tanta energia, mi ha ringiovanita, ma faccio sempre la stessa vita: la spesa, le faccende, qualche amica, la visita al cimitero. Se ancora oggi mi invitano in tv, prima di uscire metto solo un po' di rossetto e di cipria. Nei camerini della Rai o di Mediaset non ci voglio entrare: lì ti spalmano in faccia un dito di zozzeria!»
Proprio vero, un figlio a 62 anni allunga la vita. Come è cresciuto Riccardo piccolo?
«Bene! A parte la scuola, che non gli garbava tanto. Gli amici venivano a casa, giocavano, guardavano la tv. E io a sfornare pizza per tutti. Le estati a Marina Velca, da mia sorella. Tifoso dell'Inter, fin da piccolo. E molto educato, rispettoso, perché io e il padre gli abbiamo fatto una testa così: più ancora dell'istruzione, conta l'educazione. Fino a che, un giorno, gli ho spiegato tutto insieme: sia perché gli avevamo dato quel nome, sia com'era nato lui».
Compito delicato. Prego.
«Mi venne fuori d’istinto, in forma di favola. Doveva avere otto anni e lui aveva fatto un raffronto con un amichetto. "Mamma, perché Davide ha la mamma giovane e tu non lo sei?" Io risposi che suo fratello Riccardo grande era morto in un incidente stradale ed era volato in cielo e da lassù mi vedeva sempre piangere e per questo era triste. Allora aveva preso un angioletto e me l'aveva messo in pancia, poi era venuto il babbo che aveva aggiunto il semino, e sei nato tu, conclusi, dandogli una carezza».
E lui come la prese?
«Senza problemi, voleva solo capire la storia del semino del padre, mi tempestava di domande. E io non sapevo che dire. Fortuna che arrivò qualcuno e cambiammo discorso!»
ROSANNA DELLA CORTE E ANTINORI
Ride, Rosanna. Segno zodiacale: Pesci. Altruista, positiva. Quasi novant'anni di energia inesauribile. Una vita di saliscendi. Gioie, dolori, rinascite. E ora c' è spazio persino per un sogno: «Un nipotino? Magari! Ogni bimbo è un dono da accogliere con amore».