Estratto dell’articolo di Filippo Di Giacomo per “il venerdì di Repubblica”
Dal 13 al 16 novembre si riunisce ad Assisi un'assemblea straordinaria della Conferenza episcopale italiana. […] durante i lavori i presuli riceveranno la bozza di un'imminente revisione degli uffici di Circonvallazione Aurelia a Roma, sede di un apparato burocratico-amministrativo ricco di personale e povero di idee.
Della "debolezza" di quella che, ai tempi della presidenza Ruini, fu una tenace (per molti, anche invadente) struttura di lotta e di governo si parla da almeno un decennio. Ora, forse in virtù della "sinodalità" teorizzata da papa Francesco, la Cei cerca di mettere ordine nelle strutture, dividendole in tre settori.
Il primo, "Servizi generali", ingloba gli uffici giuridici, del protocollo, delle comunicazioni sociali (con l'introduzione della figura del "portavoce" che, si spera, agisca come un professionista), dell'economato e dei beni temporali, della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, della cura delle persone con disabilità, del servizio culturale.
Il secondo è l'"Ambito dell'annuncio della fede: generare, educare, accompagnare la fede": agglomera le strutture di portata pastorale, dalla catechesi all'insegnamento della religione cattolica, dalle vocazioni alla famiglia e molto altro.
Il terzo, "Ambito della testimonianza della vita cristiana", riunisce le organizzazioni sociali, quelle caritative, l'azione missionaria e la testimonianza ecumenica e interreligiosa.
Al netto delle buone intenzioni, più che la cura dimagrante (si dice) chiesta da Francesco, sembra uno schema-botox, fatto per prendere tempo e nascondere rughe e smagliature, soprattutto quelle che incidono sui costi. Mentre la Cei si riorganizza, le diocesi in Italia continuano a camminare.
papa francesco e i vescovi vescovi a messa