Estratto dell’articolo di Massimo basile per repubblica.it - https://www.repubblica.it/esteri/2021/06/14/news/i_comizi_show_di_mr_pillow_il_venditore_di_cuscini_che_riporta_in_piazza_l_america_di_trump-305915834/
I comizi show di Mr Pillow, il venditore di cuscini che riporta in piazza l'America di Trump. Mike Lindell, fondatore di un'azienda che vende milioni di guanciali è uno dei consiglieri più fidati dell'ex presidente. Gira il Paese con il suo evento "Ferma il furto", uno spettacolo politico in cui, tra il trash e il cospirazionista, attacca i dem e i vaccini, i cinesi e i migranti
GLI SCOTTANTI APPUNTI DELL’IMPRENDITORE PRO TRUMP ALLA CASA BIANCA, DALL’USO DEI MILITARI ALLA LEGGE MARZIALE
David Puente per open.online
L’imprenditore sostenitore di Trump, e frequentatore degli ambienti QAnon, si è fatto beccare da un fotografo del Washington Post mostrando in chiaro i suoi appunti
Michael Lindell è il fondatore della My Pillow, azienda produttrice di cuscini con sede a Chaska nel Minnesota, e agguerrito sostenitore di Donald Trump. Venerdì 15 gennaio 2021 era ospite alla Casa Bianca del Presidente degli Stati Uniti, mentre al Congresso veniva approvata la mozione di impeachment per incitamento all’insurrezione per i fatti di Capitol Hill. Mentre prendeva una boccata d’aria in giardino prima di rientrare nell’ala ovest, Lindell potrebbe aver svelato il contenuto dei documenti che teneva in mano.
A rendere nota parte degli appunti di Michael Lindell è stato Jabon Botsford, fotografo del The Washington Post, attraverso uno scatto pubblicato su Twitter. Il testo delle pagine in mano all’imprenditore risulta leggibile, abbastanza da porre alcune ipotesi su quanto potrebbe aver voluto proporre al Presidente americano per mantenerlo in carica.
L’immagine ingrandita mostra una parte del documento, abbastanza da poter leggerne le seguenti parole riportate dal The Washington Post:
… BE TAKEN IMMEDIATELY TO SAVE THE
…THE CONSTITUTION
…Colon NOW as Acting National Security
…him with getting the evidence of ALL the
…in the election and all information regarding
…using people he knows who already have security
…done massive research on these issues
…at Fort Mead [sic]. He is an attorney with cyber-
…expertise and is up to speed on election issues.
…Insurrection Act now as a result of the assault on the
…martial law if necessary upon the first hint of any
***********
…Sidney Powell, Bill Olsen, Kurt Olsen,
…DOD. Move Kash Patel to CIA Acting.
…on Foreign Interference in the election. Trigger
…powers. Make clear this is China/Iran
…also used domestic actors. Instruct Frank
…evidence on…the more broad
…likely amount…
…line…evidence
Leggendo le prime righe del testo, individuato dal fotografo del The Washington Post, si potrebbe pensare che l’imprenditore americano voglia proporre al Presidente di sfruttare l’assalto al Campidoglio come scusa per invocare l’Insurrection Act, una legge federale che permetterebbe a Trump – come ipotizzato anche durante le proteste a seguito dell’uccisione di George Floyd – di schierare l’esercito e la Guardia Nazionale nel territorio americano.
L’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn aveva dichiarato, durante un’intervista rilasciata al media NewsMax a dicembre 2020, che il Presidente Trump poteva optare l’utilizzo dei militari per ripetere le votazioni negli Stati «oscillanti». Secondo Flynn non ci sarebbe nulla di strano nell’applicare la legge marziale.
Lo stesso Michael Lindell aveva chiesto a Trump di invocare la legge marziale nei 7 stati contestati. Ecco perché le parole contenute all’interno del documento scovato dal The Washington Post non sembrano porre dei dubbi tanto infondati.
Non si comprende con esattezza perché vengano citati la Cina e l’Iran, forse per sostenere che siano entrambe intervenute per minare le elezioni. Di certo questo pensiero non risulta estraneo all’imprenditore Lindell, tanto che l’undici gennaio aveva pubblicato un tweet, in cui condivideva l’articolo di un sito QAnon, con il quale accusava Giuseppe Conte, Leonardo Spa e l’ambasciata americana a Roma di essere coinvolti nei presunti brogli elettorali.
Non è la prima volta che Michael Lindell condivide materiale legato alla teoria del complotto della setta QAnon. Il 5 gennaio aveva diffuso via Twitter un link a 8kun, forum in cui il fantomatico e anonimo «Q» pubblica i «drop» rivolti ai suoi seguaci, dal quale è possibile scaricare un file PDF dal titolo «Reclaiming a superpower – Americans Prepare for War».
Il tweet e la prima pagina del documento QAnon.
Risulta chiaro che nei giorni prima dell’assalto al Campidoglio Lindell condivideva un documento – creato da un anonimo il 4 gennaio, secondo i metadati del file – utile per i «patrioti» nel prepararsi alla «guerra» a seguito della sconfitta elettorale.
Il documento è effettivamente recente, visto che riporta le dichiarazioni del senatore Crux del 2 gennaio in cui chiedeva al Senato 10 giorni di indagini sul risultato elettorale. Una richiesta, quella di Cruz, che non viene affatto accettata nel documento alla voce «Our choices»:
This is not enough time to conduct an election audit. Had this been done a month ago, it might have been able to reveal the will of the voters. Now it will only clog the system and appease people who don’t unterstand how the process works. Efforts for transparency will be thwarted at every stage.
The time for auditing the 2020 us presidential elections has passed.
Pur remaining options:
a) Contingent Election for US President.
b) Accept obvious corruption in United States Government.
c) War.
Insomma, tra le soluzioni proposte condivise da Michael Lindell era la «guerra».
Michael Lindell non è un «semplice imprenditore». Sostiene politicamente e finanziariamente Trump fin dalla campagna elettorale che lo ha portato alla Casa Bianca, affermando che sia stato «scelto da Dio», e punta a diventare il prossimo candidato repubblicano per il ruolo di Governatore del Minnesota alle elezioni del 2022. La sua società ha speso più di 62 milioni di dollari in pubblicità nei canali televisivi conservatori, il 99% nelle reti di Fox News. Di certo non è l’ultimo del carro, l’interesse verso quei documenti che teneva in mano proprio alla Casa Bianca sono più che giustificati.