Giacomo Amadori François de Tonquédec per la Verità – Estratti
Nell’inchiesta per revenge porn della Procura di Civitavecchia sulla presunta diffusione dei video hot del sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei è entrato anche il computer di un ex comandante della stazione dei carabinieri del paese.
La settimana scorsa, la polizia giudiziaria si è presentata con un decreto di perquisizione a casa di Bruna Angeletti, sorella del consigliere Roberto, indagato con l’accusa di aver fatto circolare i filmati hard. La signora, poliziotta in pensione, è una delle persone a cui il fratello ha chiesto aiuto per controllare il contenuto dei video dell’altra inchiesta che lo vede coinvolto (in questo caso per una presunta corruzione).
Per tale motivo i magistrati hanno deciso di sequestrare anche i dispositivi elettronici della signora. La quale, nell’occasione, ha precisato: «Non detengo nessuna chiavetta Usb, né tanto meno personal computer. L’unico pc che avevo mi è stato prestato da R. B. e, dopo aver lavorato ad alcuni documenti per conto di mio fratello Roberto, gliel’ho riconsegnato». R. B., come detto, è stato comandante della stazione dei carabinieri di Santa Marinella. «È un amico di famiglia e il computer ce lo ha dato per fare le trascrizioni, non vedo il problema» ci ha spiegato Roberto Angeletti.
Dal verbale di perquisizione apprendiamo anche che R.B. ha consegnato «spontaneamente» il pc ai carabinieri e che ha confermato che «effettivamente lo aveva prestato a Bruna Angeletti e che questa glielo aveva restituito 10/15 giorni prima».
La donna ha anche riferito che il fratello le aveva inviato, tramite Whatsapp, sul cellulare «vario materiale», ma aveva anche specificato che a suo giudizio non c’era il file ricercato dagli investigatori. Ovvero quello dove il sindaco è ripreso mentre consuma un rapporto sessuale con una cinquantasettenne in una delle stanze del Comune.
PIERO TIDEI ABBRACCIA LA SUA AMICA DIRIGENTE SCOLASTICO
Ma mentre la Procura sta setacciando mezza Santa Marinella per impedire l’eventuale ulteriore diffusione del video a luci rosse e i media si concentrano sull’aspetto boccaccesco della vicenda o sulla possibile violazione della privacy del sindaco e delle sue amanti, nessuno sembra interessato al quadro che emerge dalle registrazioni sulla gestione del potere in Comune. Episodi che la Procura non avrebbe ritenuto penalmente rilevanti, ma che noi vogliamo condividere con i lettori affinché ognuno possa farsi un’opinione. Per esempio, oggi, ci concentriamo su una discussione che in altre Procure, magari troppo sospettose, avrebbe potuto far ipotizzare persino qualche reato.
Il 3 marzo del 2022, a solo un giorno dall’aggiudicazione della gara per la gestione durante la stagione estiva dello stabilimento La Perla del Tirreno, Emanuele Minghella, all’epoca assessore alle Attività produttive e allo sviluppo economico di Santa Marinella, si precipita dal sindaco Tidei. I due si chiudono, al buio, nel salottino che il primo cittadino usa per gli incontri riservati e Minghella inizia a parlare del bando: «Quando ci siamo visti da tuo nipote […] avevamo detto che facevamo un’offerta economica e un’offerta tecnica». «Invece», prosegue l’assessore, «lui ha fatto solo economica. A loro li ha fatti lavora’ sull’offerta tecnica, gli ha fatto fa’ un progetto di 70.000 euro per la messa in sicurezza della passeggiata. E, invece, poi ha valutato solo la parte economica». «Lui» è Ermanno Mencarelli, responsabile unico del procedimento (Rup), «loro» sono i titolari della Beach management con sede a Ostia.
Tidei ordina alla segretaria: «Fai venire Mencarelli, ma di corsa», specificando che quanto è successo è «gravissimo». Minghella prosegue: «Gli hanno fatto vede’ pure il progetto in mano, loro erano tranquilli, perché dicono “io offro questo, più 70.000 (del progetto, ndr), arrivo a 350.000 euro”». Quindi l’assessore attacca Mencarelli: «Li ha presi per il culo, perché poi non ha fatto quello che doveva fa’». Davanti all’ipotesi che il tecnico comunale abbia potuto favorire qualcuno Tidei è perplesso, ma Minghella rincara: «Io so per certo che questi (i vincitori, ndr) sapevano ogni cosa che succedeva, più di me». A quel punto il sindaco ipotizza che dietro alla ditta aggiudicataria, la Sophia srl di Catanzaro, ci siano i suoi nemici politici, quelli che ha accusato di corruzione e che, secondo lui, vorrebbero farlo cadere: «Quello è Crosti (gestore dello stabilimento in anni precedenti, ndr), Quartieri, questi qui, so’ sempre quelli». «Ermanno ci ha presi per il culo» attacca ancora un nervoso Minghella.
Tidei ribadisce che «è gravissimo», poi dice: «Io sono disposto a mandarlo via domani mattina». «Ci ha preso proprio per il culo pesantemente, così perdiamo proprio di credibilità» continua l’assessore.
(...) L’assessore conclude: «Cerchiamo di concentrarci, se c’è un motivo per mandarli via…». Motivo che, però, non verrà trovato. Ieri abbiamo contattato l’ingegner Luca Palazzini, che in questa trattativa avrebbe rappresentato la Beach management. Il quale ci ha spiegato: «Io sono semplicemente un tecnico, un progettista e ho curato alcune cose richieste, sotto il profilo tecnico, che erano previste nel bando di gara.
Ermanno Mencarelli era il Rup, quindi sia prima della gara, sia dopo, l’ho incontrato per avere delle delucidazioni, come previsto». Poi rifiuta sospetti di combine: «Non mi ha instradato nessuno. Quando faccio le gare raccolgo informazioni e rispondo al bando di gara».
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