Elisabetta Rosaspina per il “Corriere della Sera”
Si allunga, a sorpresa, la lista delle accusatrici di Tariq Ramadan, 57 anni compiuti oggi, un tempo islamologo sulla cresta dell' onda, ospite di convegni e tavole rotonde, star dei dibattiti televisivi, e oggi alle corde, in libertà sempre più provvisoria, dopo due denunce di stupro cui se n' è appena aggiunta una terza.
Ramadan, nato in Svizzera e di origini egiziane (è nipote del fondatore dei Fratelli Musulmani, Hasan al-Banna), docente a Oxford, era stato arrestato il 2 febbraio 2018 e incarcerato 48 ore dopo, su denuncia di due donne. La prima, Christelle, lo accusa di averla stuprata a ottobre 2009 a Lione; la seconda, Henda Ayari, nella primavera 2012 a Parigi. Ramadan aveva negato di conoscerle, ma la sua situazione si era aggravata nel corso delle indagini, quando ha dovuto smentirsi; pur assicurando che si era trattato di relazioni consensuali.
LA VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO SU TARIQ RAMADAN
henda ayari sfuggita al salafismo
L' ultima inchiesta in ordine di tempo, aperta a luglio dalla Procura di Parigi, nasce dalla denuncia presentata a maggio scorso da una giornalista radiofonica, oggi cinquantenne, che riferisce un episodio ancora più brutale avvenuto nel 2014 di nuovo a Lione. Agli atti, secondo il Journal du Dimanche , c' è un resoconto da incubo. La giornalista era stata contattata alla fine del 2013 via Facebook dal teologo musulmano, «con la scusa che avevamo amici in comune».
Qualche mese dopo, secondo il racconto della giornalista, Ramadan le aveva dato appuntamento al Sofitel di Lione per un' intervista esclusiva: «Mi ha detto che avrebbe risposto a tutte le mie domande senza reticenze». La trappola sarebbe scattata il 23 maggio: la reporter sarebbe stata invitata a raggiungere il filosofo svizzero nella sua suite, dove non sarebbero stati soli, perché all' intervista avrebbe assistito un componente del suo staff.
A quel punto l' atmosfera si sarebbe trasformata, i due uomini l' avrebbero insultata e aggredita: «È stata una violenza inaudita» ha fatto verbalizzare, tra terrificanti dettagli, la giornalista. Alle cui minacce di andare alla polizia Ramadan avrebbe risposto: «Tu non sai quanto io sia potente». La donna non aveva sporto denuncia, ma era caduta in depressione, il suo matrimonio era andato all' aria e lei aveva tentato il suicidio.
Ma la storia non è finita. Via Messenger, Ramadan si era rifatto vivo il 28 gennaio di quest' anno, proponendole di rivedersi per «una proposta professionale», cui lei non aveva dato risposta. L' indomani a casa sua si erano presentati due uomini, «dalle sembianze arabe», con un messaggio da parte dell' islamologo, a quell' epoca scarcerato da un paio di mesi: «Se avevo intenzioni malevole nei suoi confronti, lui era pronto a sistemare le cose», ha riferito ai giudici la donna, il cui ex marito nel frattempo aveva chiamato i gendarmi per far rilevare le impronte e le tracce di Dna lasciate dai due misteriosi visitatori.
Con due nuovi capi d' accusa per violenza di gruppo e minacce, la situazione giudiziaria di Tarik Ramadan sembra complicarsi parecchio mentre versa, secondo la figlia maggiore, in cattive condizioni di salute. In un' intervista pubblicata poco più di un anno fa nel sito paterno, Maryam Ramadan difendeva il padre da tutte le accuse e rivelava che la sclerosi a placche di cui lui soffre da cinque anni si era aggravata nei mesi trascorsi in cella d' isolamento.
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