Estratto dell'articolo di Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
C’è un luogo, dall’altra parte del mondo, in cui le donne russe e quelle ucraine si incontrano, in pace. Nella speranza di dare ai propri figli un futuro migliore. […] Ogni giorno a Buenos Aires sbarcano dagli aerei di Turkish Airlines — la rotta più utilizzata perché aggira le sanzioni — una media di 20-30 russe in stato di gravidanza avanzata, pronte a partorire nel Paese sudamericano a fronte di una spesa che varia dai 5.000 ai 30.000 dollari, a seconda che scelgano un ospedale o una clinica privata, con o senza alloggio.
[…]Si entra senza visto, il neonato acquista automaticamente, per «ius soli», la nazionalità argentina e i genitori il permesso di residenza. Se poi la famiglia si ferma per due anni consecutivi, la Ley 346 garantisce la cittadinanza a tutti. E il passaporto argentino è un documento prezioso, di questi tempi: permette l’ingresso senza visto in 171 Paesi, molti dei quali preclusi ai russi. […]
Fino a tre anni fa, pre pandemia, le ricche russe volavano a Miami per partorire un figlio «americano». Con l’invasione dell’Ucraina, ora sono costrette a spingersi più a Sud, […] I servizi consolari a Buenos Aires hanno registrato l’ingresso di 2.500 russe nel 2022. E si stima che quest’anno nasceranno almeno 10.000 bimbi russo-argentini. Meno numerose, ma comunque in aumento, anche le ucraine.
[…] c’è chi ha da tempo intuito il business. Come Kirill Makoveev, russo immigrato anni fa in Argentina, che con la sua agenzia RuArgentina organizza il «tour della maternità»: «La domanda di assistenza con le procedure di immigrazione, residenza e ricerca dell’équipe medica è cresciuta di 15 volte dall’inizio della guerra», assicura. «In Russia lo stato della medicina è da XIX secolo, ti offrono farmaci che non sono approvati in nessun’altra parte del mondo. Per questo chi ha i soldi viene qui». […]