Luigi Ippolito per "27esimaora.corriere.it"
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Uccise il marito con venti martellate in testa, mentre lui faceva colazione: ma alla fine potrebbe essere assolta. Perché un tribunale inglese, con una sentenza storica, ha riconosciuto che Georgina «Sally» Challen, oggi 65enne, aveva subito un «controllo coercitivo» durante i 31 anni di matrimonio, che ne aveva messo a repentaglio la salute mentale.
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Ora il processo a Georgina, che si era svolto in prima istanza nel 2011, andrà rifatto: e di conseguenza la donna, che era stata condannata allora a 22 anni di carcere, potrebbe essere rimessa in libertà.
I figli con la madre
La lettura della sentenza, ieri, è stata accolta dagli applausi in aula e dalle grida di gioia dei due figli della donna, oggi trentenni, che hanno sempre sostenuto la madre nella sua lunga battaglia legale.
A giudicarla è stata un’altra donna, la magistrata Lady Heather Hallett, che ha tuttavia disposto che Georgina debba attendere in carcere lo svolgimento del nuovo processo. Il marito, Richard, l’aveva isolata da parenti e amici e l’aveva manipolata fino a farle credere di essere pazza: inoltre la tradiva e la ingannava, tanto da indurla più di una volta a tentare il suicidio.
E in un’occasione l’aveva addirittura stuprata «per punizione». Come conseguenza Georgina aveva sviluppato un disordine bipolare: una circostanza di cui non si era tenuto conto nel primo processo.
Ma ha pesato anche il fatto che nel 2015 la legislazione inglese ha riconosciuto il «controllo coercitivo» come una forma di abuso domestico: ed è anche per questo che il caso di Georgina ha ricevuto una enorme attenzione pubblica.
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