Luca Cinotti per “Il Tirreno”
IL MEDICO MORTO DI TUMORE E IL PRETE VEGGENTE
Quando il tumore l’ha colpito al fegato ha deciso di non seguire la strada della scienza, quella che ogni giorno percorreva insieme ai suoi pazienti, ma di affidarsi alle fantomatiche capacità di guarigione di una veggente.
Nel giro di pochi mesi trascorsi senza le cure che i suoi colleghi gli proponevano, Francesco Del Po - all’epoca in servizio come medico anestesista all’Ospedale apuano di Massa - è morto.
Oggi, due anni e mezzo dopo la tragedia, una dei responsabili di quella che per la procura di Lucca è una truffa, Annamaria Bergamaschi, è stata condannata in primo grado a un anno di reclusione e a un risarcimento di 20mila euro a favore della figlia del medico.
L’altro imputato, Francesco Bergamaschi, fratello di Annamaria, sacerdote ed ex parroco di una chiesa in centro a Viareggio, era già uscito dal processo: a fine giugno è infatti morto per Covid.
Una vicenda che chiama dolore da qualsiasi parte la si guardi, quella che si è snodata fra Massa, dove Del Po lavorava in mezzo alla stima di colleghi e pazienti e Lido di Camaiore, dove viveva. Nel 2018 la diagnosi, terribile. Un cancro al fegato, con una prognosi infausta.
Del Po telefona all’ex moglie, Maria Antonietta Bianchi per comunicarle la notizia. Ma il tono non è quello di una persona alla quale sono stati dati pochi mesi di vita: spiega infatti di essere sicuro di non morire, perché Gesù lo avrebbe aiutato a scacciare il diavolo. Perché il tumore, aggiunge, altro non è che una sorta di illusione creata proprio da Satana.
Da quel momento i tentativi di convincere Del Po a curarsi con la medicina tradizionale, quella che sicuramente avrebbe usato per i propri pazienti, sbattono contro un muro di gomma. I colleghi si offrono di assisterlo, di operarlo. Lui, invece, utilizza dei preparati a base di quella che chiama erba cipollina: una sostanza che riceve a casa, tramite la posta.
A maggio 2019 Del Po, allora 48enne, muore. Qualche tempo dopo la ex moglie, mettendo in ordine fra i suoi effetti personali, nota che c’è qualcosa che non torna nei movimenti del conto corrente del medico. Una serie di bonifici effettuati a favore di Annamaria Bergamaschi e della parrocchia di Roma retta dal fratello.
La donna decide allora di rivolgersi alla procura, che apre un’inchiesta. La vicenda, sempre grazie a Maria Antonietta, finisce anche alla ribalta di “Chi l’ha visto”, su Rai tre. E la ricostruzione che gli inquirenti fanno di quanto accaduto a cavallo fra 2018 e 2019 è sconcertante.
Innanzitutto – si legge nelle carte dell’accusa – il religioso e la sorella avrebbero convinto il medico che il suo male fosse solo di carattere spirituale e che potesse essere tenuto sotto controllo con l’erba cipollina, senza bisogno di terapie mediche.
In secondo luogo, avrebbero parlato di una veggente (in realtà inesistente, per la procura) che avrebbe potuto aiutarlo, ma che necessitava di costosi esorcismi, perché era «perseguitata dai demoni».
Così si spiegano i quattro bonifici (tre alla Bergamaschi, uno alla parrocchia) per oltre 11mila euro totali. Quelli che sono stati alla base della condanna – con rito abbreviato e dunque con diminuzione di un terzo della pena – per la donna, che dovrà pagare anche il risarcimento alla figlia minorenne del medico, rappresentata dalla madre e dall’avvocato Andrea Di Giuliomaria.