AI SAUDITI PIACCIONO I TURISTI – IL PRINCIPE BIN SALMAN DECIDE DI APRIRE AI VISITATORI IL SITO ARCHEOLOGICO DI MADA’IN SALIHL, CHE I ROMANI AVEVANO OCCUPATO DURANTE L’ESPANSIONE DI TRAIANO – PATRIMONIO DELL’UMANITÀ, CONSERVA ISCRIZIONI DI PIÙ DI TREMILA ANNI FA

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Noemi Penna per la Stampa

 

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Ci sono tesori dell’umanità che sono difficili da raggiungere. Uno di questi è Mada’in Salihl, un’antica città dell’Hijaz, in Arabia Saudita, abitata in tempi antichi da Thamudeni e Nabatei e occupata dai legionari romani durante l’espansione di Traiano nel Medioriente, importante rotta di commercio e crocevia per molte culture. 

 

Una zona non abitata, distante 22 chilometri dalla città più vicina, cui sorgono 131 sontuose tombe intagliate nella roccia, che sta per diventare un sito storico aperto ai turisti di tutto il mondo. Una novità resa possibile grazie ad un nuovo accordo firmato da Francia e Arabia Saudita, ma soprattutto grazie al principe ereditario Mohammed Bin Salman che ha aperto il Paese ai visti turistici.

 

 

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Questa zona rocciosa è particolarmente affascinante. Alcune delle iscrizioni rinvenute sono state datate al primo millennio avanti Cristo. E tutti gli elementi architetturali presenti risalgono invece al periodo dei Thamudeni e dei Nabatei, ovvero fra il secondo secolo avanti Cristo e il secondo dopo Cristo. E recentemente sono state scoperte anche delle testimonianze dell’occupazione romana. 

 

Nel 2008, l’Unesco ha iscritto Mada’in Salih tra i patrimoni dell’umanità, rendendolo il primo patrimonio riconosciuto dell’Arabia Saudita e riconoscendo le peculiarità uniche di questo incredibile sito archeologico della regione di Al-Ula. 

 

Ora, con l’aiuto della Francia, il paese saudita progetta di proteggere e promuovere il sito, sviluppando un programma di turismo sostenibile che «consentirà ai visitatori locali, regionali e internazionali di Al-Ula di sperimentare la ricchezza del patrimonio culturale dell’Arabia Saudita, delle civiltà arabe e dei valori locali».  

 

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L’accordo include «la conservazione del patrimonio archeologico, lo sviluppo dell’ospitalità e delle offerte culturali secondo rigorosi standard ambientali e il coinvolgimento delle comunità locali come beneficiari dello sviluppo del turismo». 

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