Estratto dell'articolo di Vanessa Ricciardi per www.editorialedomani.it
Tutto parte da due post del 2018, che Saviano ha scritto quando Sangiuliano è stato promosso direttore del Tg2. Il primo su Twitter: «Sangiuliano direttore del Tg2! Peggio non si poteva. Vicedirettore del Tg1 con Berlusconi, galoppino di Mario Landolfi, Italo Bocchino, Nicola Cosentino, Amedeo Laboccetta. E ora la promozione: con il Governo del Cambiamento (ovvero giallo-verde, ndr), al sud, la società incivile non perde posizioni, anzi».
Il secondo, versione estesa del primo, è andato su Facebook: «Tutto questo è ammissibile solo in un’ottica di spartizione, non certo di alleanza, né di applicazione del contratto di governo. Solo in una spartizione si può giungere a un tale livello di cinismo. E adesso Sangiuliano diventa addirittura direttore del Tg2, direttore in quota Lega. E a chi dice che la Lega non è più antimeridionale rispondo: ma non vedete come, con l’avallo del M5S, continua la triste tradizione di valorizzare il peggio della cultura, della politica?».
gennaro sangiuliano foto di bacco (2)
Per Sangiuliano, si legge nella sentenza, Saviano era colpevole di aver collegato la sua nomina a direttore del Tg2 «a esponenti politici coinvolti in diverse inchieste giudiziarie nell’ambito della criminalità organizzata».
Nel dettaglio «il Saviano si sarebbe rivolto all’attore definendolo in modo dispregiativo “galoppino”, termine utilizzato al fine di indurre nell’enorme numero di seguaci (c.d. followers)» l’idea che la nomina fosse il compenso per la collaborazione prestata. Il ministro ha visto così leso il suo onore. Ma per la giudice no.
post di roberto saviano contro gennaro sangiuliano
Albano ribadisce l’importanza del diritto di critica: «Garantito dall’articolo 21 della Costituzione, pilastro dello stato democratico e della effettiva possibilità per il popolo di esercitare la propria sovranità anche in ordine al controllo del potere politico in tutte le sue manifestazioni». Quindi passa a vagliare le espressioni.
Sulla nomina legata a Cosentino, la giudice dà ragione a Saviano: «Non può considerarsi un fatto falso, né da escludere dal dibattito politico attuale e già, in passato, ampiamente affrontato». Allo stesso modo, parlare di lottizzazione in Rai è più che lecito: «Una critica senz’altro sferzante, ma che comunque deve ritenersi rientrante nel diritto di libertà di manifestazione del pensiero». Quelli di Saviano, prosegue, non sono insulti, come ritiene Sangiuliano, ma «giudizi politici», «sebbene aspri e pungenti».
Per la giudice c’è l’interesse dell’opinione pubblica. Infine non si vede nessun danno. […] Il tono di Saviano, concede la giudice, era oggettivamente aspro, quindi ognuno pagherà le sue spese.
Nel frattempo, è arrivata le sentenza definitiva su Cosentino per concorso esterno in associazione mafiosa. L’ex sottosegretario è stato coinvolto dal 2013 in almeno quattro importanti processi, tra cui tre per reati di camorra. In due, “Il Principe e la Scheda Ballerina” e il cosiddetto "Carburanti", Cosentino ha ottenuto l’assoluzione, ma non è andata così nel processo più importante, l'Eco4, vera e propria architrave della tesi accusatoria della Dda di Napoli sul ruolo di Cosentino quale «referente a livello nazionale del clan dei Casalesi». Che la cassazione ha confermato pochi giorni fa. […]
ROBERTO SAVIANO AL TRIBUNALE DI ROMA
gennaro sangiuliano foto di bacco (1) GENNARO SANGIULIANO A CHE TEMPO CHE FA roberto saviano