Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Come si vuole nella migliore tradizione dell' imprenditoria americana, coraggiosa, visionaria, ma soprattutto competitiva, il lancio e l' atterraggio del razzo Falcon 9 è stato accompagnato da una polemica che ha toccato la soglia della rissa digitale. Protagonisti e Jeff Bezos, fondatore di Amazon e proprietario di Blue Origin, ossia la compagnia concorrente per le esplorazioni spaziali private. Motivo del contendere: chi è andato più in alto e più veloce, col razzo più grande e potente.
Sulle prime vi sembrerà una lite da bambini, ma dietro c' è tutto lo spirito che consente di raggiungere simili traguardi, e l' ambizione di dominare il settore, magari arrivando per primi su Marte.
Il Falcon 9 è decollato alle 20,29 di lunedì da Cape Canaveral, e si è separato in volo. Il secondo stadio ha depositato in orbita 11 satelliti commissionati dalla Orbcomm, mentre il primo è tornato indietro atterrando con successo. All' inizio neppure Musk ci credeva: «Ho sentito - ha detto - il boom supersonico e ho pensato che il razzo fosse esploso.
Poi l' ho visto intatto a Terra e sono molto felice».
Obiettivo finale Marte
Il motivo lo ha spiegato lui stesso, che aveva già tentato l' operazione senza fortuna due volte: costruire un razzo costa 16 milioni di dollari, mentre il combustibile solo 200.000. Riuscire a salvare e riusare il Falcon significa risparmiare una cifra, aprendo opportunità enormi per il settore.
Si potranno moltiplicare le missioni per rifornire la stazione orbitante internazionale, portare nello spazio i turisti in massa e a costi ragionevoli, e magari usare questa tecnologia per coronare il sogno di Musk, cioè raggiungere Marte e costruirci sopra una città, per scapparci quando distruggeremo la Terra. Dietro a questi sogni ci sono un sacco di soldi, se si considera che Space X ha già incassato un contratto da 1,6 miliardi di dollari dalla Nasa, per gestire le prossime 12 missioni che riforniranno la stazione orbitante.
Mezz' ora dopo l' atterraggio del Falcon 9 Bezos ha inviato un tweet in apparenza di congratulazioni, in realtà velenoso: «Complimenti per la missione suborbitale, benvenuti nel club». La cattiveria nasce dal fatto che a novembre la Blue Origin del fondatore di Amazon aveva lanciato il suo vettore, New Shepard, che era riuscito ad arrivare a 100 chilometri di altezza e riatterrare sulla Terra. Bezos quindi ha voluto sottolineare che Musk è arrivato secondo.
Il padrone di Space X ha risposto infuriato, perché secondo lui le cose non stanno così: primo, il Falcon ha fatto un volo orbitale e il New Shepard no; secondo, il suo è un razzo vero che opera per la Nasa e può aprire la strada per Marte, mentre quello di Bezos è un razzetto che punta solo a portare turisti in giro.
Un volo orbitale, per chiarire la disputa, arriva sopra 100 chilometri di altezza viaggiando a 8 chilometri al secondo. La lite ha appassionato il pubblico, che si è schierato in massa con Musk. Vanità infantile? No: lo spirito con cui uno dei due, o magari un terzo incomodo, ci porterà su Marte.
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