Estratto dell’articolo di Ele. Cam. per “la Stampa”
Finestre completamente schermate da cui non si riesce a guardare fuori. Celle da condividere anche in otto, docce contingentante, attività sospese. E giornate lunghissime da superare. Nelle carceri italiane manca l'aria. E non solo per il caldo da bollino rosso di questi giorni. Lo scorso anno il numero record di 85 suicidi aveva già fatto scattare un campanello d'allarme sulle condizioni invivibili degli istituti di pena.
Quest'anno, le morti di Susan John e Azzurra Campari, a distanza di sole ventiquattr'ore hanno riportato in evidenza i problemi. Innanzitutto quello di un sovraffollamento ormai strutturale: secondo i dati del ministero della Giustizia sono 57.749 i detenuti presenti, 6.464 in più della capienza regolamentare fissata sui 51.285 posti disponibili. Con un tasso di affollamento ufficiale intorno al 112,6% e che le associazioni, come Antigone, stimano almeno al 121%, in alcuni casi quasi al 200%.
carcere lorusso e cutugno di torino
[…] L'ansia di non riuscire a rialzarsi, la paura di non avere prospettive incidono anche sulle decisioni estreme, che non di rado coinvolgono anche persone in attesa di primo giudizio. Stando ai dati del ministero ad oggi sono circa 8000 le persone che sono in carcere senza ancora una condanna. Altrettanti stanno scontando una pena inferiore ai tre anni. Persone che potrebbero avere accesso a misure alternative ma che spesso per mancanza di mezzi restano in carcere ad affollare le strutture. […]
E poi ci sono le condizioni materiali che rendono la vita dentro un inferno. Secondo un monitoraggio fatto nei giorni scorsi dall'associazione Antigone in alcuni istituti manca addirittura l'acqua. In altri per il caldo opprimente, i detenuti hanno dovuto presentare una petizione per poter acquistare con i propri mezzi dei ventilatori. Nella metà dei 98 istituti visitati dall'associazione ci sono poi celle senza doccia, in alcuni è possibile farla solo in alcuni orari prestabiliti.
«Ma quello che colpisce di più è l'apatia totale dei detenuti: specialmente in estate non fanno niente, passano il tempo a fissare il soffitto. Le giornate diventano più lunghe e pesanti da affrontare» spiega Andrea Oleandri dell'associazione. «Ci sono persone che chiedono disperatamente di poter lavorare o di fare una telefonata». […]
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